Sequestro acquedotto Alaco. Comitato Pro-Serre: “Class action contro Sorical per avvelenamento di massa”

Serra San Bruno (Vibo Valentia). L’ inchiesta odierna della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che ha proceduto al sequestro dell’impianto di potabilizzazione dell’Alaco, rappresenta una battaglia vinta per il Comitato Civico Pro – Serre e, in particolar modo, per tutti i cittadini che da tempo avevano ravvisato profonde anomalie in quell’acqua putrida e puzzolente che sgorga ogni giorno dai nostri rubinetti. Finalmente l’Alaco, come chiedevamo da mesi, è stato posto sotto sequestro. A questo punto, bisognerà soltanto attendere l’esito dell’inchiesta condotta, tra l’altro, da una giustizia che ha dimostrato di sapersi prodigare davvero per il bene della cittadinanza. Un particolare ringraziamento da parte del Comitato va alla Procura di Vibo che, oltre ad aver dimostrato un’enorme sensibilità sulla questione, ha altresì nutrito grosso interesse per la battaglia condotta dal nostro gruppo. La diga dell’Alaco serve, o meglio serviva, decine di paesi dislocati in tutta la Calabria, dal Vibonese al Catanzarese. Si tratta quindi di un avvelenamento di massa che è stato dispensato per anni e che, in un imbarazzante silenzio, solo poche voci libere, come quella del Comitato, hanno saputo denunciare con costanza e tenacia. Il Comitato, come già prima il Coordinamento delle Serre per il diritto all’acqua, si è reso promotore di molte iniziative, come la manifestazione allo stesso impianto dell’Alaco che nel marzo 2011 portò molti attivisti e cittadini ad una fervente protesta, o come le varie iniziative di piazza, che hanno nel tempo destato l’interesse di giornalisti di caratura nazionale, uno fra tutti, Paolo Rumiz di Repubblica (molti ricorderanno la sua inchiesta “La guerra del Lago Malato” scaturita dopo un incontro con i componenti del Comitato nella sede dell’associazione il Brigante). I movimenti civici dimostrano di voler e saper tutelare i diritti della gente in maniera molto più concreta delle istituzioni locali. Il sindaco Bruno Rosi, nonostante abbia partecipato alla nostra visita all’Alaco e si sia potuto rendere conto, come noi, della situazione di inadeguatezza totale dell’impianto, poco tempo fa, in accordo con So.Ri.Cal, ha firmato una delibera con cui, in cambio di un misero sconto sul debito, ha regalato a So.Ri.Cal la rinuncia, da parte del Comune, a tutte le cause legali pendenti con la Società delle risorse idriche calabresi che oggi è finita nell’occhio del ciclone. Un atteggiamento grave, protratto per molto tempo da chi non poteva non sapere dell’Alaco, a discapito della salute dei cittadini, tanto che in seguito alle analisi fornite dalla So.Ri.Cal e pubblicate sul portale online del comune di Serra San Bruno, su un noto social network, come tutt’ora è riscontrabile, il Presidente del Consiglio Comunale di Serra invitava i propri cittadini con fermezza a bere acqua dal rubinetto, affermando che è “controllata ed è buona”. Per queste figure istituzionali locali non è di certo previsto un avviso di garanzia, ma il rispetto per i cittadini e il comune buon senso dovrebbero spingerli a rassegnare immediatamente e irrevocabilmente le dimissioni. Richiesta di cui ci faremo subito promotori. Il Comitato, inoltre, promuoverà una class action contro So.Ri.Cal per l’avvelenamento di massa perpetrato ai danni delle genti delle Serre. Un’azione, questa, che porteremo avanti raccogliendo dati e notizie sull’alta incidenza di tumori all’apparato digerente e malattie epidermiche riscontrati nella zona negli ultimi anni.

Comitato civico Pro-Serre Coordinamento delle Serre per il diritto all’acqua

 

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