Testimonianza di un giornalista cattolico: don Domenico Geraci

Reggio Calabria – Una veglia intensa e partecipata accompagna in queste ore la salma di don Mimmo Geraci esposta nella sua parrocchia di Santa Lucia nel centro storico di Reggio Calabria. Sabato 16 febbraio 2013 alle ore 11, sarà svolta la santa messa concelebrata dai moltissimi parroci che lo hanno avuto confratello e dai tanti fedeli che lo hanno avuto instancabile parroco e padre spirituale in oltre sessant’anni di sacerdozio. Con don Mimmo scompare una grande figura di parroco che ancora qualche giorno fa, dopo una breve influenza che lo aveva costretto a letto, aveva ripreso a frequentare la parrocchia e la “Casa della Fraternità” “per progettare nuove iniziative”. Ci lascia un giornalista attento alle questioni sociali e di fede, un grande sacerdote che ha reso ricca la città e la diocesi di Reggio Calabria di bellissime opere di solidarietà e carità. Tutte opere costruite a partire dagli anni Sessanta sulla scia di un movimento silenzioso ma fattivo nato sui banchi di una straordinaria “scuola d’amore” per i fratelli in stato di disagio. Una scuola formata all’insegnamento dell’arcivescovo Giovanni Ferro e di cui sono stati maestri eccezionali, assieme a don Mimmo Geraci, monsignor Italo Calabrò fondatore della “Piccola Opera Papa Giovanni” e forte animatore della Caritas nazionale, don Paolo Altomonte con la sua “Opera Nomadi”, e con l’associazione “Insieme per “ creata nel popoloso quartiere di Gebbione don Salvatore Nunnari oggi arcivescovo di Cosenza. Qualche tempo fa, affermò Franco Marra magistrato e per numerosi anni presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale: “Le opere di don Mimmo sono la prova che nel suo sacerdozio, egli è stato sale della terra, lievito del pane, seme che è marcito per fruttificare, e fiaccola esposta sulla torre. Per questo noi gli vogliamo bene”. Entrato in seminario nel 1941, ordinato sacerdote da monsignor Giovanni Ferro nel 1953, don Mimmo consegue la licenza in “Sacra Teologia”. In diocesi ricoprirà incarichi di rilievo, tra i quali vicario episcopale per i problemi sociali, cancelliere della curia metropolitana, giudice delegato nel processo di canonizzazione di Padre Gaetano Catanoso. Nominato parroco nel 1966, comincerà un percorso dalla forte apertura al sociale. L’oratorio ospita un interminabile elenco di giovani e giovanissimi che si formano ad un cattolicesimo aperto e generoso, robusto nella Fede in Dio, moltissimi dei quali sono oggi genitori incisivi, professionisti valenti, funzionari ed impiegati pubblici, docenti universitari e insegnanti di grosso spessore culturale, e anche tanti buoni uomini amministratori pubblici e qualche politico discolo. Per i ragazzi, ogni estate, organizza settimane di vacanze dove al gioco si alternano i momenti di preghiera, fino a giungere alla realizzazione della “Casa” di Gambarie aperta tutto l’anno in cui trovano periodica ospitalità anziani, famiglie, gruppi giovanili. Vigorosa guida spirituale di giovani che impegna nello sport, nell’arte con “Il piccolo teatro del Lucianum” e nelle drammatizzazioni sacre, nel 1973, al quarto piano dei locali parrocchiali apre una redazione giornalistica. Prima con ciclostile poi stampato “a caldo” e quindi in offset, “Quarto Piano” sarà per lunghi anni, il giornale del quartiere di Santa Lucia tra il Ponte della Libertà e Piazza de Nava fino a Tremulini, ricco di notizie e animatore di dibattiti, dove si formeranno diversi giornalisti. E di questa professione, don Mimmo Geraci, sarà per diversi anni stimato vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. Per la sua vivace volontà di coinvolgere la comunità dei fedeli e non, in un cammino di crescita insieme nella fede e nella vita sociale, fu sua l’idea di accompagnare la festa del 13 dicembre in onore della patrona della parrocchia Santa Lucia con la “Settimana del Quartiere” dove a momenti di vita di fede si sono alternate attività ludiche e culturali e socio-politiche. Seguono quindi, i dibattiti del “Giovedì del Quartiere” che ponevano a confronto esponenti politici di tutti gli schieramenti ideologici sulle tematiche di più stretta attualità della città, dai lavori pubblici alla sanità, al verde pubblico. Ed ancora, per anni si sono organizzate le spettacolari edizioni del “Carnevale del Quartiere” con la sfilata di carri e gruppi in maschera, prima fra le strade rionali poi lungo tutto il Corso Garibaldi, arteria centrale di Reggio, in mezzo a migliaia di reggini e turisti. Nel contempo, come una formica, nel 1970 don Mimmo destina un immobile ricevuto in dono per ospitare una decina di anziani abbandonati, la prima “piccola casa della fraternità”, poi ristruttura la parrocchia e ricevendo l’aiuto delle Suore Pastorelle, vi ospita la scuola materna ed elementare “Lucianum” da una decina d’anni trasferita in una nuova sede più ampia e funzionale, e diventata formatrice di generazioni di allievi preparati e capaci. Quindi nel 1980, il grande passo con l’avvio della “mensa della fraternità”, un’istituzione prima del genere nel Sud d’Italia che ancora l’anno scorso ha offerto una media di 65 pasti al giorno grazie alla “generosità di benefattori – diceva don Geraci -, gli interventi di centri commerciali, la disponibilità larga del Banco Alimentare e la fedeltà di un volontariato che rappresenta l’unico sostegno dell’opera caritativa reggina esempio di grande ricchezza di fraternità per la nostra città”. “La città gli deve essere davvero grata per l’impegno e le intuizioni che hanno reso possibile opere assistenziali di grande ampiezza” ha detto Franco Marra che assieme a don Geraci il 30 ottobre del 1980 hanno dato vita alla Fondazione Lucianum istituita come Opera Caritativa Educativa rivolta ai fanciulli, ai ragazzi, alle famiglie, agli anziani ed ai senza tetto. Ultima iniziativa in campo è il “Piccolo Rifugio del Buon Samaritano” per l’accoglienza delle persone senza fissa dimora, sempre all’insegna dell’accoglienza e della carità quali tratti distintivi di una comunità parrocchiale animata da un Mimmo Geraci, col quale ogni giorno ha condiviso la fede in Dio e l’ansia e l’amore per i fratelli che versano in difficoltà.

Filippo Praticò

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