Vibo. Strada del mare: Procura sequestra oltre 5 milioni di euro a imprenditori ed ex funzionari Provincia

Guardia di Finanza

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Vibo Valentia. Dalla fase progettuale a quella dell’esecuzione dei lavori, per finire con la contabilizzazione e la liquidazione degli stati di avanzamento lavori. Investono tutte le fasi della famigerata vicenda della “Strada del mare” le irregolarità alla base del sequestro richiesto dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia e disposto dal gip a conclusione di quello che può essere considerato l’epilogo degli accertamenti che, negli ultimi anni, sono stati disposti dall’Ufficio Giudiziario sulla gestione dell’Ente Provincia. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Reggio Calabria hanno eseguito sequestri preventivi di beni in esecuzione di un decreto del Gip che dispone l’esecuzione di misure ablative di natura patrimoniale fino a concorrenza di circa 5 milioni di euro (immobili, quote societarie, rapporti finanziari) nei confronti di 5 soggetti indagati (2 imprenditori del vibonese e tre ex funzionari dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia).

Allo stato, sono stati sottoposti a sequestro:

La vicenda della Strada del mare ha riguardato l’esame delle procedure di affidamento e di esecuzione dei lavori connessi all’appalto per la costruzione dell’asse viario di collegamento rapido tra le località di Rosarno e Pizzo. Le indagini hanno accertato numerose irregolarità che partono dalla gestione della progettazione per arrivare all’approvazione, da parte della Direzione lavori e del Responsabile del Procedimento, di ben 11 Stati di Avanzamento che hanno consentito il pagamento, a favore dell’impresa aggiudicataria, di importi nettamente superiori rispetto a quelli corrispondenti al valore dei lavori effettivamente realizzati: le somme dei singoli S.A.L. (stato avanzamento lavori ndr) venivano, infatti, artatamente “gonfiate” concordando le percentuali da applicare di volta in volta e inserendo indebitamente lavori non previsti nel progetto presupposto che fossero necessari per l’esecuzione a regola d’arte.
Nel corso delle indagini sono emersi anche casi di pagamenti effettuati dalla Provincia di Vibo Valentia utilizzando risorse finanziarie destinate ad altri fini, stornando fondi da un capitolo di bilancio all’altro. Truffa aggravata ai danni di ente pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici i reati contestati.
L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia rappresenta l’ultimo dei filoni investigativi avviati a seguito dell’indagine denominata “Odor lucri” che, nel 2012, aveva portato all’accertamento di un peculato di circa un milione e 300mila euro commesso da un dipendente della Provincia attraverso l’emissione di falsi mandati di pagamento a favore di persone compiacenti, al fermo di due responsabili ed al sequestro di beni per un importo equivalente appropriato il dipendente provinciale.
Le evidenze investigative emerse all’epoca, avevano determinato l’autorità giudiziaria ad ampliare il contesto dell’attività di indagine finalizzandola alla complessiva verifica del corretto uso e destinazione delle risorse pubbliche gestite dall’Ente Provincia, dando origine, quindi, ad un ampio contesto investigativo su molteplici aspetti gestionali.

In questo quadro si inseriscono anche:

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