Le pensioni in crisi, ma l’italiano medio non le integra adeguatamente

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L’attuale situazione del sistema previdenziale italiano e le difficoltà per le nuove generazioni di ottenere un assegno dignitoso che riesca a sopperire a tutte le necessità una volta raggiunta l’età della pensione rappresentano tematiche che da qualche anno sono tornate all’attenzione dell’opinione pubblica.

Di conseguenza, anche il mercato finanziario si è interrogato su quali fossero gli strumenti più adatti per consentire a coloro che con ogni probabilità in età pensionabile percepiranno molto meno di quanto versato attraverso i contributi. I governi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno provato a discutere di pensione di garanzia o di innalzamento della soglia minima, ma queste misure – che tra l’altro solo parzialmente sono arrivate al Parlamento – non bastano ad assicurare un futuro meno incerto ai lavoratori italiani.

Come funzionano i fondi pensione per lavori dipendenti e indipendenti

L’alternativa che il mercato finanziario ha proposto sia ai lavoratori indipendenti che a quelli dipendenti sono i cosiddetti fondi pensione, che consentono attraverso un versamento mensile stabilito di integrare l’assegno che lo stato verserà al lavoratore una volta raggiunta l’età e la soglia contributiva prevista.

A disposizione del contribuente vi sono quindi sia i fondi pensione chiusi, relativi cioè a determinati classi o interne all’azienda e che possono essere finanziati anche attraverso il Trattamento di Fine Rapporto, sia attraverso le forme di integrazione pensionistica aperte a tutti, a cui si affiancano i Piani Individuali Pensionistici. Quest’ultimo strumento finanziario è caratterizzato dalla maggiore flessibilità che meglio si adatta alle esigenze dei lavoratori: la maggiore trasparenza e una deducibilità fiscale ai fini Irpef sono le armi in più che i PIP mettono a disposizione dei lavoratori per avere un maggiore controllo sull’investimento che è stato fatto nel tempo, ed è per questo che sia i PIP che i loro omonimi europei – i PEPP – hanno ottenuto buoni riscontri.

Secondo le stime della Covip, però, i numeri raggiunti in Italia riguardano solo una piccola minoranza dei lavoratori. Anche se i numeri risultano essere in crescita rispetto al 2016 con un incremento complessivo superiore al 7%, solo un lavoratore su tre in Italia aderisce ad un fondo pensione. Si tratta quindi di appena 8,3 milioni di italiani, a fronte di oltre 25 milioni di forza lavoro. Questo dato sembra ridisegnare il quadro che ha sempre dipinto gli italiani come un popolo di grandi risparmiatori. La realtà appare però ben diversa, dal momento che l’Italia paga ancora una certa distanza da quanto accade nel Regno Unito, dove la previdenza complementare è obbligatoria secondo le imposizioni dello stato.

Secondo i dati della Schroders Global Invertor Study 2018, gli italiani sono paragonati ai risparmiatori di altre 30 nazioni, ma non riescono ad essere così lungimiranti da garantirsi una pensione più adeguata alle necessità di un futuro in cui la pensione potrebbe non essere sufficiente a soddisfare ogni esigenza. Gli italiani dovrebbero infatti riservare alle forme integrative di pensione una percentuale che ammonta al 12.5% del reddito complessivo, ma al momento la media tra chi investe e chi preferisce spendere tutto quello che ha maturato durante i mesi fa attestare la media al 9.8%.

Il ritardo rispetto al resto d’Europa è però solo di pochi decimi, dal momento che i lavoratori delle altre nazioni riescono ad investire il 10.5% dello stipendio in forme integrative della pensione, mentre fuori dall’Europa il confronto è decisamente più impietoso. La differenza sta quindi nella maggiore coscienza del futuro: secondo quanto emerso dalle interviste, infatti, gli italiani sono ancora certi che l’assegno sociale riuscirà a coprire tutte le spese durante l’età pensionistica, ma poiché la realtà dei fatti è differente, è probabile che nei prossimi anni lo scenario cambierà ulteriormente e i lavoratori italiani dedicheranno maggiore attenzione a quelle forme integrative in grado di completare la pensione.

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