Brexit. Scozia di fronte a un bivio: nuovo slancio indipendentista?

La spinta di Sturgeon per l'indipendenza è destinata a sconvolgere il Regno Unito

Nicola Sturgeon

Nicola Sturgeon, Primo Ministro scozzese

La nuova minaccia per il Regno Unito viene proprio dalla Scozia o, più precisamente, dal suo Primo Ministro, Nicola Sturgeon, la quale si sta impegnando costantemente affinché Westminster approvi un nuovo referendum indipendentista.

Per la prima volta dal 2015, la scorsa settimana, un sondaggio di YouGov ha mostrato come al momento i favorevoli alla separazione siano una maggioranza piuttosto magra: è stato scoperto, infatti, che solo il 51 percento sosterrebbe l’indipendenza.

La situazione scozzese appare dunque molto delicata, con la nazione spaccata a metà tra sostenitori e oppositori di una linea d’azione che prevederebbe l’abbandono del Regno Unito e la creazione di un nuovo stato autonomo. A sostegno degli indipendentisti si schiera proprio Nicola Sturgeon, che rinnova gli sforzi per chiedere un nuovo voto referendario a Westminster sulla scia della Brexit.
Il Primo Ministro ha infatti recentemente chiesto una nuova votazione, sostenendo che le circostanze sono mutate a seguito della Brexit. La Scozia ha infatti votato in modo schiacciante per rimanere una parte dell’Unione Europea e Sturgeon ritiene ingiusto che il Paese sia costretto ad abbandonarla quando vuole così chiaramente rimanere.
Tuttavia, Boris Johnson, il Primo Ministro del Regno Unito, ha costantemente respinto l’idea, insistendo sul fatto che il referendum del 2014 non possa essere replicato così presto dopo la sconfitta dei separatisti.

La scorsa settimana i Ministri del Parlamento Scozzese hanno approvato una proposta con 64 voti a favore e 54 contrari, invitando il Governo del Regno Unito a “raggiungere un accordo con il Governo scozzese su un referendum che si terrà in una data e secondo le modalità stabilite dal Parlamento scozzese”. Allo stato attuale, Sturgeon vuole che il referendum abbia luogo nella seconda metà dell’anno.

Per quanto riguarda invece il referendum del 2014, l’affluenza alle urne è stata alta, raggiungendo l’84% degli aventi diritto al voto. L’obiettivo da raggiungere per un esito positivo sarebbe dovuto essere di 1,8 milioni di voti per il SÌ (per lasciare il Regno Unito). Tuttavia, questo non è stato finalizzato, poiché la quota dei SÌ registrata è stata di 1,6 milioni. Poco più di 2 milioni di persone invece hanno votato NO.
Il referendum si è tenuto durante il mandato del Primo Ministro britannico David Cameron, il quale ha dichiarato di essere felice che il Regno Unito sarebbe rimasto, per l’appunto, unito.

In conclusione, possiamo affermare che, tramite la richiesta di un nuovo referendum, la Scozia voglia puntare ad ottenere una maggiore centralizzazione dei poteri rispetto alla situazione attuale.

Per ulteriori approfondimenti clicca qui.

Exit mobile version