La situazione drammatica in cui versano i lavoratori dipendenti della società Acquereggine, ci impone di intervenire su un argomento che era già stato oggetto delle nostre valutazioni: “il sistema di depurazione del comune di Reggio”.
E’ noto che le affermazioni di Legambiente e Goletta Verde hanno provocato una discussione molto accesa a livello regionale, culminata con un recente intervento in parlamento per i presunti danni d’immagine causati al turismo calabrese.
E’ fuor di dubbio che il personale addetto alle analisi ambientali di Goletta Verde non ha alcun titolo legale per dare patenti di balneabilità del mare, pur essendo composto da persone sicuramente esperte e competenti, e che solo l’Agenzia Regionale per l’Ambiente è l’ente ufficialmente autorizzato a fornire i dati sull’inquinamento ambientale e, quindi, anche sulla balneabilità del mare calabrese.
Ciò nonostante, siamo portati a considerare veritieri i dati forniti da Legambiente che riguardano l’inquinamento di alcune foci dei nostri torrenti e a ritenere risibili alcune tesi che presupporrebbero che i liquami scaricati alla loro foce si depurino da soli e non si disperdano nell’ambiente circostante per effetto delle correnti marine.
Così come non riusciamo a comprendere come da più parti si possa negare l’inquinamento della costa tra Reggio e Catona, in quanto chiunque abbia frequentato i lidi, per almeno una volta, non ha potuto fare a meno di appurare lo stato indecoroso in cui versano tali acque.
E’ impossibile che Sindaco e Giunta siano all’oscuro degli scarichi abusivi che gravano sul nostro litorale, totalmente fuori controllo, in quanto i liquami non sono convogliati agli impianti di depurazione.
Come hanno potuto dimenticare il Report fatto dall’Arpacal per la balneazione dell’estate 2011 in cui si leggono le seguenti conclusioni:
“Dalla valutazione dei risultati per i punti ricadenti nel comune di Reggio Calabria emerge che l’inquinamento, di natura microbiologica, è dovuto allo sversamento in mare di scarichi fognari abusivi o causato da depuratori mal funzionanti”.
…….Infatti sono numerosi i torrenti del territorio reggino che scorrono nelle adiacenze di luoghi riservati alla balneazione, che spesso sono sede di scarichi abusivi sia di rifiuti solidi sia di acque reflue e, nei periodi di piena, trascinano a mare detriti di varia natura, determinando situazioni d’inquinamento difficilmente controllabile”.
E ancora sui depuratori costieri: “Tutti presentano delle criticità causate nella maggior parte dei casi dal malfunzionamento delle pompe di sollevamento che immettono acque reflue non depurate direttamente nei corpi idrici recettori dello scarico finale causando un intermittente ma cospicuo inquinamento a mare”.
Alla luce di quanto esposto, il cittadino attento alla propria salute giustamente si domanda come può essere migliorata la situazione della depurazione nel Comune se la società che gestiva gli impianti, soggetta a gravi difficoltà finanziarie, è stata costretta a licenziare questo Febbraio ottantasei lavoratori e, continua a domandarsi se i funzionari lautamente pagati del comune abbiano posto rimedio a scarichi e allacci abusivi.
E si domanda, infine, in che modo e da chi saranno condotti gli impianti di depurazione che a fine Settembre la società Acquereggine consegnerà al Comune.
Per queste ragioni, a fronte del rituale stato confusionale in cui versa la nostra Amministrazione e alla spiccata tendenza all’improvvisazione dei nostri politici, ci appelliamo al Sindaco affinché:
– risolva in via definitiva i problemi di carenza di acqua potabile che ad intermittenza si verificano in alcuni quartieri e i problemi legati al trattamento e scarico delle acque fognarie che causano l’inquinamento marino;
– non disperda le professionalità e le competenze acquisite dai lavoratori di Acquereggine addetti alla depurazione e ridare così fiducia alle loro famiglie;
– rispetti la volontà degli italiani che, con il referendum sull’acqua dell’anno scorso, hanno sancito in modo inoppugnabile che l’amministrazione di questa vitale risorsa sia affidata agli enti locali;
– promuova la realizzazione di una struttura che acquisisca tutte le competenze riguardanti il ciclo dell’acqua che deve essere direttamente gestita dal Comune, riassumendo quella quota di lavoratori strettamente necessaria alla gestione e alla manutenzione degli impianti, dando priorità ai lavoratori licenziati dalla società Acquereggine e, eventualmente, utilizzando anche il personale tecnico impiegato al Comune che abbia le competenze necessarie.
Riteniamo, infatti, che un settore così vitale per la città non possa essere dato in appalto a privati, né tantomeno gestito da società miste che già hanno dimostrato la precarietà di questa forma societaria e la loro predisposizione alla corruzione e al clientelismo.
Una gestione accurata del ciclo dell’acqua evita lo sperpero di denaro pubblico, anzi, diventa fonte di ricchezza. Infatti, laddove gli impianti sono gestiti in modo professionale, le acquee, depurate in modo completo, sono riutilizzate per usi agricoli e industriali con grande risparmio di denaro pubblico e di risorse naturali.
Andrea Francioni
Coordinamento Provinciale FLI