Martino (Pd): “A Reggio c’è un’opinione pubblica?”

Reggio Calabria. Nella nostra città da qualche anno si è imposta una sorta di pensiero unico, anche per oggettiva colpevole insufficienza delle forze politiche che, ricoprendo il ruolo di opposizione, dovrebbero controllare l’attività politico-amministrativa dell’esecutivo e proporsi come valida alternativa alla guida della città, senza farsi coinvolgere nella pericolosa corsa nella cancellazione della memoria collettiva di fatti che ci indicano in cosa effettivamente consista il decantato “buon governo” della città, che permette a Scopelliti di essere indicato come uno dei più popolari sindaci d’Italia. A Reggio, in questi ultimi anni, è stata ben giocata la carta dell’effimero che con le sue nebbie copre i compromessi, gli errori, le ipocrisie, le insufficienze ed i tanti sprechi di cui ogni edizione dell’Estate reggina ne è un nuovo capitolo ed esempio. Infatti, le ingenti risorse che vi vengono impegnate, distribuite generosamente a tante associazioni, hanno sempre di più il sapore del consenso retribuito. E’ molto strano che questi fatti abbiano la sola notorietà del rapido passaggio di una nota giornalistica.
E’ incomprensibile che questioni come quella dell’acquisto nel 2004 da parte di Palazzo san Giorgio dell’ex fabbrica per la lavorazione degli agrumi, meglio conosciuta come Italcitrus (un vecchio capannone costato alle casse comunali la “modica” cifra di 2,5 milioni di euro), siano archiviate e rimosse dalla memoria. La struttura, acquistata seguendo procedure d’urgenza, sarebbe dovuta servire per realizzare un polo di comunicazione. Infatti, nel 2004, Scopelliti annunciava assieme al ministro Gasparri, ribattezzato dal primo cittadino “quindicesimo assessore” dell’allora sua giunta, che nell’ex Italcitrus sarebbe sorta una scuola per tecnici, registi, programmisti, autori, attori, ballerine, conduttori, giornalisti; ed, inoltre, una redazione giornalistica della Rai, che sarebbe divenuta punto di riferimento per Calabria e Sicilia. Poco importa che nessuna delle novità pomposamente annunziate abbia visto la luce. Resta il fatto che, mentre a distanza di cinque anni il progetto sia ancora iscritto fra le opere del Piano triennale (e, dunque, ancora tutto da definire), mentre il Comune ha già speso 2,5 milioni di euro per un bene stimato da un perito del Tribunale reggino per molto meno della metà, mentre i mass media nazionali si occupano della vicenda e la Corte dei Conti contesta al sindaco l’acquisto di un immobile “senza funzione”, la nostra città abbia di fatto rimosso la vicenda, con l’apporto di una maggioranza sempre meno attenta alle attività amministrative e sempre più protagonista di azzardati giochi di prestigio. E, poi, un mistero perché la città non chieda conto al primo cittadino delle panzane sulla risoluzione della crisi idrica, per la quale Scopelliti ha svolto le funzioni di commissario straordinario, dimostrando nell’occasione grandi incapacità ed, oltre tutto, cercando di rovesciare le responsabilità sull’apparato tecnico dell’ente ed accollando alla comunità la spesa di circa 10 milioni di euro per l’acquisto di un inutile dissalatore che, se possibile, ha aggravato la problematica. E che dire dei 9 milioni di euro bruciati dall’attuale giunta nella vana resistenza contro le sentenze di condanna per l’installazione dei famigerati photored?
Il sindaco, in poco più di un anno, ha dilapidato una cifra enorme sull’altare di scelte chiaramente errate. C’è da chiedersi se a Reggio esista un’opinione pubblica. E se sia mai possibile che il pensiero dominante si sia imposto in maniera così penetrante da indurre i partiti politici a confrontarsi solo sul terreno di volta in volta scelto dal primo cittadino, così rinunciando al loro ruolo ed a un vero confronto ideale nel quale sarebbe normale, utile ed opportuno che associazioni ed ordini professionali rivendicassero ruoli che loro competono, dismettendo gli inadeguati panni da ininfluenti gregari.

Il consigliere comunale del PD
Dott. Demetrio Martino

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