di Fabio Papalia
Reggio Calabria. La ‘ndrangheta non balla più solo la tarantella, adesso preferisce ballare e far ballare la musica della movida reggina. Questa mattina i Carabinieri nell’ambito dell’operazione Meta hanno posto sotto sequestro il lido Calajunco e il ristorante Le Palme, arrestando Salvatore Mazzitelli, conosciuto quale proprietario dell’esercizio di ristorazione e della struttura balneare, formalmente intestato a sua madre. Mazzitelli, invece, è accusato insieme a Natale Bueti e Cosimo Alvaro di intestazione fittizia di beni, in quanto Cosimo Alvaro con la collaborazione di Bueti avrebbe attribuito fittiziamente ad altri la titolarità e la gestione del “Lido Calajunco” e del ristorante “Le Palme”, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Se le accuse fossero confermate, significherebbe che la ‘ndrangheta scandisce il ritmo delle serate del divertimento in uno dei più noti ritrovi sul lungomare. La procura della Repubblica non ha dubbi, secondo l’accusa Cosimo Alvaro è il vero proprietario del lido Calajunco: in una conversazione tenuta con altre due persone Alvaro spiega di essere intenzionato ad “allargarsi”, vuole ampliare il proprio lido, e per farlo ragiona sulla necessità di far “spostare” di qualche metro quelli confinanti.
Forse quindi non è solo una coincidenza se il Lido Calajunco è stato il primo, tra i lidi sul lungomare, a imporre il pagamento della drink card per accedere alle serate organizzate nella struttura. Secondo l’accusa quei soldi venivano incamerati, come il resto dei guadagni, da Cosimo Alvaro. E se così fosse i nostri giovani, accecati dallo scintillio delle luci della movida, non sapevano o non volevano vedere che stavano pagando il “pedaggio” ad Alvaro.