F1. Gp Malesia: Vettel in carrozza, sfortuna per Alonso

Sepang (Malesia). Ha vinto in carrozza, senza Kers  ma anche senza avversari in grado di impensierirlo seriamente. Così Sebastian Vettel mette in bacheca la seconda vittoria su due gran premi, dopo una gara che ha regalato sì emozioni ma non ha mai messo in serio dubbio il gradino più alto del podio. Ci ha provato Hamilton a impensierirlo, prima di abbandonare ogni proposito belligerante causa gomme che si sono sgretolate sotto la guida aggressiva dell’inglese. Ci ha sperato Heidfeld, nella prima parte di gara, prima di capire che la Lotus Renault è al momento la terza forza del Mondiale ma ancora deve lavorare per insidiare la Red Bull. Ci avrebbe potuto provare Alonso, almeno nelle parole di Domenicali. Lo spagnolo, in effetti, nell’ultimo terzo di gara ha dimostrato di poter viaggiare verso il podio con una certa facilità, prima di infrangere i sogni ferraristi in un contatto con Lewis Hamilton, proprio in fase di sorpasso: paratia dell’alettone anteriore in pezzi e ulteriore pit stop per cambiare il musetto. E’ mancata la tanto attesa pioggia a Sepang, così sono stati premiati i piloti che hanno mantenuto uno stile di guida quanto più pulito possibile, che non hanno stressato le Pirelli. E quando si parla di guida certosina, ti spunta sempre là quel Button che in silenzio e con il suo bel passo gara agguanta la seconda piazza sul podio e si trova in classifica due punti davanti a Hamilton. Chi ha deluso a Sepang? Per la macchina che guida, ancora una volta Mark Webber. Protagonista di una partenza folle, dove perde posizioni su posizioni – per decidere che la piazzola numero nove poteva bastare per vergognarsi almeno un po’ – l’australiano è autore di una gara incolore, dove lotta prima con Kobayashi, con gran difficoltà per sopravanzare il giapponese, poi si infila in un tunnel di pit-stop che alla fine gli faranno fare visita al box per ben quattro volte. Solo nell’ultimo quarto di gara, dopo l’ultimo cambio gomme approfitta delle coperture fresche per rimontare posizioni e arrivare ai margini del podio, alle spalle di Heidfeld. Gara incolore anche per Felipe Massa, come in Australia protagonista di un avvio sprint, dove si mette alle spalle anche Alonso, il brasiliano cala progressivamente. Non pervenute le Mercedes, con Schumacher che rosicchia due punti iridati mentre Rosberg non è mai stato in grado di entrare nella top ten. Si confermano, invece, la Sauber con Kobayashi ottavo e la Force India con Di Resta decimo.

La cronaca della gara è caratterizzata dalla miriade di pit-stop (in media tre per ogni pilota, ndr) e dalla partenza monstre delle due Lotus Renault, che dopo le prime due curve si trovano seconda e quinta, con Heidfeld e Petrov nell’ordine. Al via, Webber si addormenta e viene scavalcato dalle due Ferrari, con Massa davanti ad Alonso. L’australiano resta chiuso da Kobayashi, senza riuscire a sorpassarlo e staccarlo: tanti tentativi ma il kamikaze della Sauber si riprende sempre la posizione. In testa Vettel fa gara a sè, con un passo buono per guadagnare mezzo secondo al giro su Heidfeld, che si tiene dietro con facilità Hamilton. Iniziano i pit stop all’undicesimo giro, ed è Webber a inaugurare la girandola di cambi gomme. In quattro giri, tutti i migliori hanno già cambiato gomme, sempre tenenedo le morbide più prestazionali e con un grado di usura uguale alle dure. Chi guadagna posizioni è Hamilton, che scavalca Heidfeld e Alonso, che sopravanza Button e Massa. Lo spagnolo prosegue recuperando progressivamente anche su Hamilton, secondo alle spalle di Vettel al giro 21. Situazione che si cristallizza dopo il secondo pit-stop, che inizia al giro 23, ancora con Webber a inaugurare il valzer del cambio gomme. Chi rimonta in silenzio è Button, che riprende la posizione su Alonso e inizia il recupero su Hamilton, nel frattempo passato a gomme dure. E sono gomme che non garantiscono la durata sperata, infatti, sia l’inglese che Webber saranno costretti a fare quattro soste ai box, causa degrado esagerato. Gli ultimi dieci giri sono una pioggia di emozioni, con Alonso che rompe l’alettone durante il sorpasso di Hamilton, Webber che recupera a suon di secondi sul giro rispetto a Massa e Hamilton. Infine, non manca nemmeno la rottura a dir poco preoccupante di Petrov, che si trova con il volante in mano, dopo un salto da rally sopra un cordolo: piantone dello sterzo rotto e gara conclusa contro il cartello dei 150 metri alla staccata. Heidfeld riusciva a gestire la rimonta di Webber, per un terzo posto che conferma la Lotus Renault sul podio dopo l’esordio di Melbourne. Settimana prossima si andrà in Cina, con i valori in campo che saranno presumibilmente gli stessi, vista l’impossibilità di portare sviluppi alle monoposto. Resta il rammarico per una Ferrari che sarebbe potuta andare facilmente a podio con Alonso, per dare un po’ di respiro alla classifica asfittica delle due rosse, costrette a mettere in campo la tradizionale rimonta dalle gare europee.

Fabiano Polimeni

Classifica finale GP Malesia

Vettel
Button
Heidfeld
Webber
Massa
Alonso
Hamilton
Kobayashi
Schumacher
Di Resta

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