Dal 1° giugno novità in materia di trasparenza bancaria: nasce il credito ai “consumatori”

Importanti novità a partire dal 1° giugno 2011 in materia di trasparenza bancaria: nel delicato rapporto tra banca e cliente si inseriscono nuovi obblighi che ridisegnano la disciplina del credito al consumo, tanto che non si parlerà più di credito al consumo ma di credito ai consumatori.
La distinzione non è di poco conto: non si tratta di un mero cambiamento di formula, piuttosto si vuole garantire un ruolo centrale a coloro che, per acquistare beni o servizi, si rivolgono alle banche chiedendo denaro in prestito.
Viene così recepita nel nostro ordinamento la Direttiva EU 2008/48/Ce, con la quale il legislatore comunitario ha inteso offrire ai consumatori livelli adeguati di tutela al fine di rinsaldarne la fiducia nel mercato interno, adoperandosi altresì per armonizzare gli ordinamenti nazionali attraverso lo sviluppo di un mercato unico del credito più trasparente ed efficiente.
La nuova disciplina emanata dalla Banca d’Italia a febbraio 2011 si applicherà a banche, finanziarie, mediatori creditizi e, in generale, a qualsiasi soggetto autorizzato dalla normativa italiana a fornire credito, in forma sia diretta che indiretta; riguarderà, in particolare, soltanto quei servizi bancari che costituiscono altrettanti contratti di credito ai consumatori, cioè prestiti personali, carte di credito, fido in conto corrente e cessioni del quinto dello stipendio, queste ultime particolarmente insidiose.
Gli obblighi di trasparenza riguardano, tra l’altro, la pubblicità dei servizi bancari, che dovrà contenere la corretta indicazione di tutte le condizioni e di tutti i costi, con particolare attenzione al TAEG; e proprio al TAEG il legislatore ha riservato particolare attenzione, incidendo sulle disposizioni che ne disciplinano le modalità di calcolo che, d’ora in avanti dovranno comprendere tutti i costi e gli interessi.
Se da un lato queste novità possono essere salutate con favore nel lento cammino intrapreso a livello comunitario verso una maggiore tutela del consumatore, troppo spesso sospinto dal bisogno a sottoscrivere contratti capestro, dall’altro c’è da aspettarsi che gli istituti bancari e finanziari, per far fronte a questa nuova ondata di chiarezza, risponderanno inevitabilmente aumentando i loro costi, tanto che, alla fine dei conti, chi pagherà sarà sempre il consumatore.

Concetta Falanga

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