Motori. In casa Bmw ecco la nuova Serie 1, è al top per efficienza e prestazioni

Quando nacque da una costola della Serie 3, si pensò potesse essere un’operazione a basso costo per carrozzare una meccanica al top con un vestito da media compatta per creare una nicchia premium a caro prezzo. Quell’esperimento, si rivelò un successo. Unica nel suo segmento con la trazione posteriore, motori al limite della perfezione per prestazioni e consumi, il brand Bmw: la Serie 1 si è ritagliata un ruolo da protagonista nella gamma del costruttore bavarese. E adesso torna alla riscossa con un pesante maquillage, che ritocca forme e dimensioni senza intaccarne l’anima.
E’ più lunga, più larga e con maggior spazio per i passeggeri posteriori – vero limite della prima versione – oltre a ridefinire i limiti di potenza e consumi nel settore dei propulsori diesel e benzina. Al lancio saranno disponibili cinque versioni, due benzina e tre diesel, declinazione di due piattaforme: un 1600 cc benzina e un 2000 cc diesel, entrambi con tecnologia TwinPower Turbo. Si parte con il millesei benzina (116i) turbo da 136 cavalli e 220Nm di coppia massima, che si caratterizza, come il fratello maggiore 118i, per il turbocompressore twinscroll, il doppio variatore di fase sulle valvole Doppio Vanos e il Valvetronic: due marchi di fabbrica Bmw. La “meno potente” delle Serie 1 accelera in 8.5 secondi da 0 a 100 e tocca i 210 km/h consumando appena 5.5 l/100km nel ciclo combinato (129g/Km Co2). La 118i va più oltre, con 170 cv e 250 Nm di coppia massima, una velocità di 225 km/h e 7.4 secondi necessari per lo 0-100; i consumi si attestano nell’ordine dei 5.8l/100km nel ciclo combinato (134g/Km Co2 di emissioni).
Passando alle motorizzazioni diesel, intorno al 2 litri common rail con turbocompressore a geometria variabile si sono costruite tre versioni, differenti per cavalleria e pressioni del gasolio nel common rail. Primo gradino che è occupato dalla 116d, con pressione del gasolio a 1600 bar e 116cv di potenza massima, oltre a 260Nm. Le prestazioni parlano di 10.3 secondi necessari per toccare i 100 all’ora da fermo, 200 km/h di velocità massima e un consumo irrisorio di 4.3 litri per 100km nel ciclo combinato, che fanno appena 114g/Km Co2 di emissioni. Sul secondo gradino del “podio” c’è la 118d, medesima pressione nel condotto common rail, ma 143cv e 320Nm di coppia massima: numeri di assoluto rispetto per muovere agevolmente gli oltre 1800 kg dichiarati da Bmw per la nuova Serie 1. Tanta esuberanza spinge la 118d a 212 km orari dopo aver polverizzato lo 0-100 in 8.9 secondi. I consumi? Da ridere: 4.4 litri per 100 km nel ciclo combinato e 115g/Km Co2 di emissioni. Il non plus ultra delle prestazioni, infine, è rappresentato dalla Serie 1 120d: 1800 bar di pressione common rail garantiscono 184cv e 380 Nm di coppia massima, oltre a 228 orari di punta massima, 7.2 secondi nello 0-100 e 4.5 l/100km di consumo medio. Difficile chieder di più. Eppure, in Bmw un “di più” lo hanno già pronto e guarderà all’efficienza assoluta, con la 116 d Efficient Dynamics, in grado di abbattere consumi ed emissioni, che scenderanno sotto la soglia dei 100g/Km Co2, attestandosi a quota 99.
La trazione posteriore rende la più piccola delle Bmw ancora un unicum nel panorama delle compatte premium, là dove l’avversario principale si chiama Audi A3. Cosa offrire, quindi, per differenziarsi ancora una volta dai concorrenti? Semplice! Un cambio automatico a otto rapporti, che sarà disponibile in optional. Di serie, invece, la compatta premium made in Monaco di Baviera avrà, insieme a un lungo elenco di dispositivi volti alla sicurezza attiva e passiva, lo Start&Stop, che aiuterà a mantenere bassi i consumi nel traffico cittadino. Il reparto sospensioni manterrà il collaudato schema con MacPherson in alluminio all’anteriore e una sospensione Multilink a cinque bracci in acciaio al posteriore.
Dopo la sfilza di informazioni tecniche, passiamo al gusto e all’estetica, ovvero, l’abito della Serie 1. E’ stata allungata e allargata, adesso misura 4.32 m (+8.5 cm) in lunghezza, 1.76 m in larghezza e 1.42 m in altezza, rimasta invariata. I centimetri in più, contano. E di quegli 85mm aggiunti in lunghezza, 30 vanno a beneficio del passo, che nella prassi quotidiana si chiama abitabilità interna. Un altro dato conferma l’attenzione per i passeggeri, davvero sacrificati nella prima versione di Serie 1, specialmente se costretti a stare nel divano posteriore: con il nuovo modello, ci saranno 21mm in più di spazio per le ginocchia. Inoltre, migliora la situaziona anche in larghezza, aumentata anch’essa, in particolare al posteriore. Infine, non sarà un’auto da grandi carichi, però anche nel bagagliaio si è intervenuti per aumentarne la capienza, ricavando 30 litri in più in configurazione standard: 360 litri la capacità attuale. Questi, nel dettaglio, i volumi da rivestire. E i designer tedeschi hanno lavorato mantenendo qualche stilema classico di Bmw in una generale rottura con il vecchio modello. Rottura che è evidente già all’anteriore, dove le forme tondeggianti dei fari della prima Serie 1 lasciano il passo a proiettori ben più aggressivi, sottili e spigolosi: insomma, riconoscibili Bmw da un miglio. Appaino con la forma di un trapezio rovesciato, in un frontale caratterizzato da un “doppio rene” che è assai generoso (forse troppo, quasi a sbilanciarne gli equilibri; ndr) e dal quale partono due nervature che puntano l’esterno del paraurti, a esaltare il gioco ottico di larghezza dell’anteriore. La parte bassa del paraurti, invece, sembra presa pari pari dalla X6, riportata qui in dimensioni ridotte. Se qualcosa doveva cambiare nel vecchio modello, per renderlo inconfondibilmente Bmw, era proprio il frontale: il risultato finale, al primo sguardo, convince ma non al 100%.
La vista laterale è quella che riserva meno sorprese, con il lungo cofano a dominare i due volumi e arroccare il corpo vettura sul posteriore. Se dobbiamo ricercare uno stilema Bmw per ogni lato, di profilo certamente non si può non citare “la mazza da golf” dalla linea di cintura, nel contorno della linea finestrini; un ultimo dettaglio, spostato rispetto al modello che sostituisce, sono gli indicatori di direzione, non più nel frontale ma, prima volta per Bmw, negli specchietti retrovisori.
Posteriore privo di originalità, con gruppi ottici moltro tradizionali, dalle forme squadrate e un po’ troppo “Polo” – intesta come Volkwsagen -: si poteva fare meglio, visto che non basta una striscia di led (a forma di L) che si illumina a fare stile.
Potrà piacere oppure no, ma la nuova Serie 1 si candida a replicare i successi della sua antenata, con quel plus della trazione anteriore e del piacere di guida Bmw che nel segmento è appannaggio del marchio dell’elica bianco-blu. I prezzi, infine, c’è da immaginare che saranno allineati al blasone e alla qualità tecnica che verranno proposti: immaginare un assegno vicino ai 30 mila euro sembra essere un esercizio di realismo. Il tutto aspettando la nuova arma dei rivali giurati: la Audi A3.

Fabiano Polimeni

 

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