F1. Domani in pista per il quarto Gp d’Europa a Valencia dopo tre edizioni di noia assoluta

Valencia (Spagna). Diciamo pure la verità, le tre edizioni del Gran Premio d’Europa sinora corse sul circuito cittadino di Valencia non resteranno certo nella storia per pathos e spettacolo. Cinque chilometri e cinquecento metri che sono più uno spot per il turismo che un tentativo di rendere avvincente una gara di Formula 1. Non resta che confidare nel caos dei pit stop, che saranno superiori alla media che vanta il tracciato nel porto valenciano, di appena 1,2 pit a pilota.
Aggrapparsi all’imprevedibile comportamento della nuova mescola Pirelli, il compound medio, che esordirà in gara domenica. Sperare che l’imposizione regolamentare di un’unica mappatura motore per le qualifiche e la prima parte di gara tolga, se non le ali, almeno qualche piuma alla Red Bull. Insomma, cercasi disperatamente imprevisti perché, in una condizione di gara normale, l’appeal di una giornata al mare è maggiore rispetto a 57 tornate con il tedeschino campione del mondo in testa, davanti a tutti, solitario, con il vuoto alle sue spalle.
Da domani capiremo il rendimento delle gomme medie, provate al venerdì del gran premio del Canada ma ritenute troppo dure per l’asfalto nord americano poter esprimere un giudizio sulla consistenza e prestazioni. Al sabato, poi, avremo risposte sulla supremazia Red Bull in qualifica, attendendo conferma dai box del Cavallino rampante dopo la miglior qualifica dell’anno a Montreal. Sebbene la conformazione del circuito lasci ben poche speranze di spettacolo, si sforza a mantenere acceso un barlume di speranza Paul Hembery, responsabile in pista della Pirelli: «Abbiamo assistito a fantastiche gare quest’anno sui circuiti cittadini, speriamo che Valencia continui nella striscia inaugurata a Monaco, anche se è risaputa la difficoltà di effettuare sorpassi».
Torna d’attualità il tema di circuiti che sono un ostacolo, un controsenso per lo spettacolo, buoni per fare salotto glamour e prendere l’aperitivo guardando il mare, ma non certo per assecondare le velleità di chi vuole azzardare il sorpasso. Venticinque curve che vengono utilizzate per tre giorni l’anno, con evidenti problemi legati alla gommatura della pista, che si evolverà fino alla gara di domenica: elemento da non trascurare, specialmente per scegliere il momento giusto in cui montare le gomme a mescola dura (le medie di colore bianco, ndr). «Ci sarà circa un secondo al giro di differenza tra le due specifiche» anticipa Hembery.
Fino a oggi, mare e sole esclusi, il Gran Premio d’Europa a Valencia ha regalato un unico momento di adrenalina, fortunatamente senza conseguenze: il volo spiccato da Mark Webber lo scorso anno mentre era in fase di doppiaggio di una monoposto più lenta. Speriamo domenica di aver restituiti con gli interessi tre anni di noia assoluta.

Fabiano Polimeni

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