F1: Gp Gran Bretagna. La Ferrari a Silverstone con l’incognita gomme e tante novità

Silverstone (Inghilterra). Via da Valencia, buona per la Coppa America. Via da muretti e tombini. Via da yacht e glamour che fanno atmosfera ma niente più. Si arriva nella campagna inglese, là dove gli appassionati vanno per campi, senza timore di sporcare l’abito da aperitivo, per guardare chi entra più forte alle Maggots, Beckets e Chapel. Si torna su un circuito vero, Silverstone. Il tempio dell’automobilismo, tra i pochi tracciati ancora degni di portare un tale nome. Ma anche l’Università è cambiata, non snaturata nella sua essenza di pista veloce, dove conta l’aerodinamica, il motore e l’abilità del pilota. Ha perso la curva del ponte, per guadagnare due allunghi e qualche curva che ne hanno aumentato tempo e distanza sul giro, portandola a 5800 metri e poco più. Ha perso il fascino delle curve del complex, là dove sembrava di stare a Wimbledon e davanti c’era lo spettacolo di chi interpretava meglio la Priory, Brookland e Luffield.
Chi, invece, qualcosa la perderà quasi certamente – e non ne fanno mistero già dalla vigilia – è la Red Bull. Negli anni del feudo teutonico di Herr Schumacher cambiavano i punteggi per evitare che il Mondiale finisse a metà stagione. Adesso la Fia, dopo aver visto qualche spot in tv, ha pensato bene che quel “…ti mette le ali” forse non era il massimo per tenere viva l’attenzione sul campionato. E siccome a staccar le ali magari rischiavano di non far bella figura tra i gruppi animalisti, hanno pensato bene di togliere il soffio (degli scarichi). Come a dire, “se riuscirete a decollare ugualmente, allora bene, ma intanto proviamo a rallentarvi il lancio”. Dopo Valencia, con l’introduzione della mappatura del motore unica tra qualifiche e gara, da venerdì a Silverstone sarà bandito il sistema di soffiaggio degli scarichi in fase di rilascio. Per intenderci, se acceleri è normale che dagli scarichi i gas soffino nel diffusore, creando carico aerodinamico per il maggior flusso di aria, ma se non acceleri, perché mai il motore deve continuare a soffiare gas caldi che hanno un’esclusiva funzione aerodinamica e non più conseguenza di un utilizzo del propulsore?
Ha tutto l’odore di essere una mossa disperata per dare equilibrio e interesse alla lotta (inesistente) al vertice, per consentire di mettere in discussione lo stradominio di Sebastian Vettel. Vedremo se domenica i vari Alonso, Massa, Hamilton, Button, riusciranno ad approfittare della “zavorra” che è stata messa sulle spalle della Red Bull, accreditata come la vettura che maggiormente soffrirà del cambio regolamentare. Ma per riaprire, parola grossa, il campionato servirà anche che a Maranello abbiano fatto grandi passi avanti dal funerale spagnolo, da Barcellona, ultima tappa dove fecero la loro comparsa sulla scena le gomme dure della Pirelli. Arriveranno con importanti modifiche tecniche gli uomini del Cavallino: ala posteriore, sospensione posteriore, fondo, sono le aree di intervento dove si è cercato di recuperare lo svantaggio tecnico per far lavorare al meglio le gomme più dure. Da venerdì capiremo se la strada imboccata è stata quella giusta, oppure, se non resta che l’ultima, disperata spiaggia per arginare il soliloquio di Vettel: farlo partire per regolamento dalla decima posizione. Così, per sport, perché va troppo forte, perché chi vince sempre diventa antipatico, perché di vederlo sempre sul gradino più alto del podio inizia a stancare, tutti, a partire dal compagno di squadra che non ci fa una gran figura.

Fabiano Polimeni

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