Tour de France. Vince Vanendert a Plateau de Beille, tra i big il migliore è Basso

Plateau de Beille (Francia). Ordine d’arrivo invertito oggi a Plateau de Beille, rispetto a quello della prima tappa pirenaica del Tour. Il belga Vanendert ha vinto davanti a Samuel Sanchez, scattando quando al traguardo mancavano 7 chilometri e in fuga c’era ancora Casar, ultimo reduce dei 24 attaccanti della prima ora. Ai meno 4 dal traguardo è stato Sanchez ad abbandonare la compagnia dei vari Basso, Contador, Evans, Voeckler, Schleck (Andy e Franck) per tentare di riprendere il belga in testa: missione fallita, per lo spagnolo dell’Euskaltel Euskadi il secondo posto a 21” di ritardo.
Ci si aspettava grande lotta da questo tappone sui Pirenei, ma è stato un continuo studiarsi e sfoggiare scattini, tentativi, un magro spettacolo. Il più attivo in azioni mai concretizzate è stato Andy Schleck, che ha messo sull’asfalto ben quattro scatti senza che fosse convinto nemmeno di mezzo. Per onor di firma anche Franck ha provato, ma senza convinzione. Chi esce rafforzato da Plateau de Beille è Ivan Basso, sempre con il suo passo regolare, a recuperare sugli allunghi-scherzo degli avversari. Il varesino è apparso in gran forma anche quando è stato per lunghi tratti in testa al gruppo dei migliori a dettare il passo: promosso. Un po’ di più ha sofferto Damiano Cunego, con i migliori fino ai meno 6, quando si è staccato ma senza andare alla deriva. Sul traguardo il veronese ha perso 40” dal gruppo principale e 1’28” da Vanendert. Risultato e andamento della tappa che va bene anche a Cadel Evans, attento a rispondere agli allunghi e più che mai serio candidato alla vittoria finale. Si è nascosto, invece, Alberto Contador. Lo spagnolo è apparso in netta ripresa rispetto a Luz Ardiden, riuscendo a chiudere sugli avversari con una certa facilità e agilità di pedalata. Sulle Alpi preparerà certamente qualche azione. In casa Leopard, infine, sarebbe bene che decidessero chi corre per chi. Ovvero, l’utilità di fare cinque scatti in due – Andy e Franck Schleck – senza che nemmeno un giro di pedale abbia sortito effetti utili in ottica maglia gialla.
La cronaca di giornata ha visto una consistente fuga di 24 corridori andar via e accumulare oltre 9’ di vantaggio. Voigt (finito in un fosso nella discesa del Col d’Agnes, ripartito e scivolato pochi chilometri dopo), Gerdeman, Luis Leon Sanchez, Marcato, Casar, Millar, Malori, Riblon e Zandio solo per citarne alcuni. RIblon e Zandio che sono stati – insieme a Casar – tra gli ultimi vagoni del treno andato in fuga a deragliare sulle rampe finali dei 17 chilometri che hanno portato il gruppo a Plateau de Beille. Gli ultimi sette chilometri, poi, hanno disegnato l’arrivo di tappa, con Vanendert a capire che i big avevano poca voglia di sparare con l’artiglieria pesante e provare l’allungo decisivo. Dietro a Samuel Sanchez è arrivato Andy Schleck, che ha guadagnato 2” su Evans quarto, a capitanare il gruppo con Uran, Contador, Voeckler – che resta ancora in maglia gialla – Franck Schleck, Peraud, Rolland e Ivan Basso.
I Pirenei non hanno risolto gli enigmi che questo Tour si è portato in giro per quattordici giorni. Toccherà attendere il verdetto delle Alpi, da mercoledì prossimo con l’arrivo di Pinerolo, per provare a capirci di più su chi vestirà la maglia gialla a Parigi.

Fabiano Polimeni

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