Tour de France. Sull’Alpe d’Huez vince Rolland ma Contador ha acceso la corsa

Alpe d’Huez (Francia). Han recitato ognuno il ruolo che ci si aspettava in questa 19^ tappa, appena 109 chilometri per arrivare in cima all’Alpe d’Huez, con il Telegraphe e il Galibier a completare l’altimetria della frazione. Ognuno il suo ruolo, come bravi attori a interpretare un copione; tutti tranne uno: il vincitore. Fa specie, nella montagna che vide trionfare Pantani, trovarsi là Pierre Rolland, giovane compagno di squadra della ex maglia gialla Thomas Voeckler. E’ stato il luogotenente che ha scortato il capitano traghettandolo fino a oggi. Voeckler salta, perde la maglia gialla come era atteso da due settimane: ha fatto più di quanto non fosse nelle sue possibilità il francese. E quando è saltato per la prima volta sul Galibier, Rolland è rimasto davanti con i migliori: Evans, Franck Schleck, Cunego, Basso. Tutti all’inseguimento di uno scatenato Contador, che sulle prime rampe del Telegraphe, dopo appena 15 chilometri dal via, ha provato a ribaltare un Tour dall’esito scontato – almeno per le sue ambizioni di vittoria -. Attacca e si porta sulla ruota Andy Schleck e Cadel Evans, ma l’australiano abbandona la compagnia per un problema meccanico: rientra nel plotoncino all’inseguimento e si incarica in prima persona della rincorsa. In testa Contador e Schleck recuperano i fuggitivi dei primi chilometri, buoni per qualche alleanza nella lunghissima discesa che dalla vetta del Galibier porta all’Alpe d’Huez, ma in realtà saranno inutili. Due interpretazioni di quanto accaduto sul Galibier: Contador e Schleck avrebbero potuto liberarsi facilmente di Rui Costa e Riblon, invece li hanno attesi. Seconda interpretazione: l’attacco da lontano serviva per sfiancare l’inseguimento di Evans. All’attacco dell’Alpe, tutto da rifare: gruppo dei miglior (maglia gialla inclusa) compatto, con la discesa che ha ripianato quel che nei progetti di Contador doveva essere scompaginato. Pronti via e sulle prime rampe scatta subito Evans, che questo Tour alla fine dovrebbe recuperarlo a cronometro, con 57″ da riprendere a cronometro a Andy Schleck. L’australiano viene ripreso, si sale insieme ma per poco. Ai meno 12,5 furia Contador, che scatta, rispondono Schleck ed Evans ma per poco. Lo spagnolo se ne va, vola sulle rampe dell’Alpe e il vantaggio sui due Schleck, Evans e un immenso Cunego cresce chilometro dopo chilometro: si stabilizza sul minuto, prima che Samuel Sanche e Rolland escano dal gruppo Evans per andare a riprendere Contador, a corto di forze dopo una tappa condotta a tutta dall’inizio alla fine. Negli ultimi chilometri accade l’impensabile, Contador accusa la fatica, Samuel Sanchez non riesce ad aiutarlo – dopo aver riportato Rolland sull’amico Contador – e il francese se ne va a trionfare sull’Alpe d’Huez. A 12″ arriva Sanchez, a 22″ Contador, poi il gruppo Evans (56″) che ha ancora la forza per sprintare e anticipare Cunego e Andy Schleck.
Ieri l’impresa è stata quella di Andy Schleck, oggi il protagonista assoluto è stato Contador. Schleck non infiamma il pubblico, Evans nemmeno: campioni, grandi interpreti, ma non scatenano il pubblico. Contador quando attacca è uno spettacolo da godersi in prima fila, interpreta fisicamente l’attacco.
Tra gli italiani è stato Cunego la “sorpresa” odierna, sempre con Evans, ha provato anche ad attaccare quando il ritmo sull’Alpe d’Huez era scemato: il veronese è tornato competitivo in una grande corsa a tappe, probabilmente non è in grado di lottare per la vittoria, ma ha dimostrato una forma buona per essere protagonista e lottare per il podio di un grande giro.
Domani a Grenoble si disegnerà la classifica finale, affare ristretto a pochi, ai primi tre. Oggi Andy Schleck veste la maglia gialla davanti al fratello Franck, distaccato di 53″, e Cadel Evans a 57″. Evans dovrebbe riuscire a sopravanzare il più giovane lussemburghese, ma più che l’essere specialista domani conteranno le forze residue. Per Andy Schleck due giorni in avanscoperta, Cadel Evans due giorni a inseguire in solitaria: molte differenze potrebbero essere appianate e il risultato finale ancora aperto.

Fabiano Polimeni

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