F1: Gp Corea. A Yeongam sarà gara con l’incognita super-morbide

Yeongam (Corea del Sud). Si torna sul luogo del delitto a distanza di un anno, e dalle prime notizie sembra che poco sia cambiato dallo sciagurato esordio in terra coreana. Passi per l’allagamento della pista che causò uno start ritardato, passi per i “dettagli” da mettere a punto (cordoli da spianare, asfalto scivoloso causa tardiva posa e altre amenità di questo genere), ma in un anno ci si augurava di trovare un impianto pronto ad accogliere il Circus come si conviene. E invece, sembra che i disagi di allora siano rimasti pressoché gli stessi.
Poco male, ci sarà qualcosa di cui parlare nel prossimo week-end, visto che con il titolo già assegnato resta ben poco a destare interesse nelle ultime gare del campionato. Di sicuro, il tema di nuovi paesi che si propongono per ospitare un gran premio senza aver la minima preparazione è uno dei punti sui quali dibattere a lungo, in attesa di scoprire cosa ci riserverà l’India, new entry di questo 2011.
E’ pista da medio alto carico aerodinamico quella in Corea, così dovremmo assistere ad assetti uguali a quelli di Suzuka, con la variante dettata dalle specifiche portate dalla Pirelli: morbide e supermorbide per graffiare l’asfalto abrasivo di Yeongam. E le preoccupazioni su quanto potranno durare le supermorbide sono già state trasmesse ai team. Un asfalto abrasivo, pista “green” che non viene utilizzata da un anno, gli elevati carichi che gravano sulle coperture, sono elementi buoni per suggerire un gran premio all’insegna delle soste ai box. Strategia che potrebbe esser decisiva, sempre che la pioggia non faccia la sua comparsa, come avvenne all’esordio.
Tutto dipenderà dal degrado e dalla differenza di prestazioni tra le due mescole, per capire chi riuscirà a sfruttare al meglio le coperture. Quanto al tracciato, dopo la prima parte dominata dal lungo rettilineo che segue la doppia curva in fondo allo starting grid, a farla da padrone sono una teoria di curve a medio raggio e staccate dalle quali scappar via sfruttando al meglio la trazione. Sarà la parte finale, quella più guidata e dove già lo scorso anno la supremazia Red Bull era evidente, a decidere il tempo sul giro.
Tecnicamente si correrà nelle stesse configurazioni viste in Giappone: niente spazio per novità, ma soprattutto nessun interesse da parte dei team a sviluppare le vetture per un mondiale che non ha più niente da dire. Piuttosto, gli esperimenti potranno riguardare elementi che esordiranno sulle monoposto del 2012, come velatamente ha ammesso Stefano Domenicali.
Un Domenicali che ha commentato anche il secondo posto di Alonso a Suzuka, confessando di esser rimasto impressionato dalle prestazioni, realmente vicine a Jenson Button.
Ancor più interessante, quando parla dello sviluppo della 150° Italia. «Non abbiamo toccato la monoposto dall’Ungheria, perché gli sviluppi per il Belgio e Monza si sono rivelati dei passi indietro. Così, siamo tornati alla configurazione dell’Ungheria».
Che il prossimo anno si dovrà partire con un progetto ambizioso e innovativo è stato detto fino alla noia, ma aggiunge un altro punto centrale Domenicali: «Un elemento cruciale sarà la comprensione della prestazione delle gome, e dopo questa stagione c’è molto da imparare».
Venerdì primo turno di libere, dalle 3:00 ora italiana. Le qualifiche, al sabato, partiranno quando le lancette dei nostri orologi segneranno le 7:00. Un’ora più tardi, domenica, la gara.

Fabiano Polimeni

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