La Juke? Stilisticamente stendiamo un velo pietoso. La Micra? Vecchia. Fortuna che in Nissan adesso propongono per il Salone dell’auto di Ginevra il concept Invitation, che affiancherà nel segmento B le due vetture finora offerte dal costruttore franco-nipponico (con il partner Renault; ndr). Andrà sul mercato il prossimo anno, e il design è riuscito da quanto trapela dalle prime immagini ufficiali. Tra gli atout del nuovo modello, una piattaforma leggera, l’attenzione al coefficiente aerodinamico, per restituire nel complesso un’efficienza in termini di consumi ed emissioni, maggiore. Punta a collocarsi sotto quota 100 g/km di Co2, la Nissan Invitation nell’allestimento più eco-friendly.
Oltre all’attenzione su stile e contenuti tecnologici applicati per ridurre i consumi, la Nissan Invitation presenterà anche interessanti innovazioni sul tema della sicurezza. Ci sarà l’Avm (Around view monitor) che altro non è che un sistema di ausilio alle manovre di parcheggio.
Ma parliamo dello stile, quello che più appare in discontinuità con i noiosi e controversi modelli di segmento B di Nissan. Ha i canoni del piccolo monovolume, sebbene ancora non si conoscano le quote, ma caratterizzato in senso sportivo. Linee tese e spigolose, bel dinamismo generale, che parte dal frontale. Ruba la scena la calandra, quasi a stampare un ghigno sul “viso” della Innovation. Aggressività completata dai gruppi ottici, che giochi di led a parte – elementi da show car più che da auto di segmento B – completano uno stile riuscito, che dice qualcosa di nuovo. Paraurti molto pulito, con un’unica apertura centrale, apparentemente su un piano più interno rispetto alla traversa porta-targa. Il tre quarti anteriore vede i passaruota quasi da sportiva: larghi, con superfici separate in maniera decisa e ben raccordati con il frontale. Parabrezza molto inclinato, quasi sugli stessi angoli dettati dal cofano motore, caratterizzato da due scalfature longitudinali.
La fiancata è la parte dove il mix tra linee sportive e comodità nell’utilizzo quotidiano si sintetizza meglio nel design. Lamiere delle portiere tormentate, con diverse scalfature che alternano superfici concave e convesse, mentre la linea di cintura è attenta alla visibilità, partendo bassa dal montante A per salire gradualmente prima del “taglio” deciso verso la coda, in alto. Forse, qualche problema in più si avrà nelle manovre a causa di montanti C che sembrano piuttosto ingombranti. Stile convincente, fresco, che fa dimenticare Juke e Micra. Infine, il volume posteriore. Sarà ripulito del finto estrattore e degli scarichi a parallelogramma? Possibile. Lunotto dalle dimensioni ridotte, paraurti che si integra con la fiancata anche grazie al disegno dei gruppi ottici, che si incastonano negli “spigolo” creati dalle scalfature, e tetto regolare che termina con uno spoiler.
Prime impressioni positive, è un bel concept che andrà in produzione pressoché invariato. I giapponesi, finalmente, tornano a dire qualcosa di interessante.
Fabiano Polimeni