Calcio. Verso Reggina-Ascoli, Gregucci: “Avrei preferito giocare col Torino”

Reggio Calabria. “L’Ascoli è il peggior avversario possibile, il più pericoloso”. Angelo Gregucci non usa mezzi termini nei confronti dei marchigiani e mette in guardia gli amaranto: “Ho allertato molto la mia squadra, penso che sia una gara molto complicata. Arriva un avversario che della categoria sa tutto, penso che sia una delle squadre più esperte. L’Ascoli è una compagine che ha sempre fatto prestazioni, ha una fisionomia e giocatori di contropiede, come Falconieri, Papa Waigo, Soncin. Avrei preferito giocare col Torino domani. Non a caso ho portato la squadra un giorno prima in ritiro. Ai miei giocatori ho detto che se domani non si gioca col piglio giusto, la perdiamo”. Il tecnico amaranto tiene sulla corda tutto l’ambiente: evidentemente l’entusiasmo derivante dalla vittoria di Pescara può essere un’arma a doppio taglio, se si abbassa la soglia della concentrazione. Senza dimenticare che, dal punto di vista fisico, per la Reggina è stata “una settimana un po’ particolare: facciamo fatica a recuperare dopo un certo tipo di calcio. Dobbiamo lavorare ancora molto. Per cercare di essere performanti, dobbiamo spostare le soglie della resistenza più avanti”. In effetti sono stati tanti gli acciaccati in casa amaranto: “Abbiamo avuto problemi di recupero, lasciamo a casa giocatori importanti. Mancheranno forse tre giocatori rispetto all’ultima partita. Bonazzoli e Barillà sicuramente non sono della partita. Angella? È convocato”. Dunque Reggina orfana del suo capitano in avanti: sarà ballottaggio tra Ceravolo e Alessio Viola per sostituirlo. Ma a prescindere dal singolo, che secondo Gregucci passa in secondo piano rispetto “all’atteggiamento di squadra”, ciò che più conta è che “la squadra interpreti il calcio alla massima velocità. Il parametro del calcio moderno è la velocità. Bisogna cercare di avere una manovra veloce, poi dare resistenza a questa velocità. Dopo otto giorni ancora si parla della prestazione di Pescara. Bisogna far diventare ordinario questo evento straordinario. Come? Lavorando. Se vuoi andare ad attaccare un avversario in alto, devi correre, e devi farlo bene. Per correre tanto, serve la condizione. Una condizione migliore, una maturità mentale diversa, un atteggiamento di squadra che non fa regali: su questo tipo di lavoro mi sto orientando”. La velocità come arma per scalfire una squadra, quella di Sliva, che domani proverà a chiudere tutti i varchi per strappare punti dal “Granillo”: “I campionati di serie B a me hanno insegnato che va avanti chi cura il particolare, penso sia il campionato più tattico del mondo, pochissime squadre si attrezzano per vincere con la loro organizzazione: si modellano tutti in base all’avversario”. Dunque mente rivolta alla sfida di domani (ore 15), ma intanto questa sera sarà inevitabile buttare un occhio al Varese (sesto a tre lunghezze dagli amaranto), che ospiterà il Vicenza: “Consentirò ai miei ragazzi di vedere la partita del Varese. Le sorti del nostro destino sono nelle nostre mani, ma non faccio il diplomatico: spero che il Vicenza, che ho allenato per tre anni, faccia risultato col Varese”.

Danilo Mancuso

 

 

 

 

 

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