Reggio Calabria. Lo hanno ribattezzato “el tren de la Libertad” (il treno della libertà), il movimento di protesta contro la nuova proposta di legge del ministro della giustizia spagnolo Gallardòn sull’interruzione volontaria della gravidanza, che è partito oggi dalla stazione Atocha di Madrid per poi dirigersi alla Camera dei deputati. La mobilitazione ha assunto dimensioni europee vedendo protagoniste molte donne francesi, inglesi, belga ed italiane scese in piazza per solidarietà alle donne spagnole, in quanto la nuova legge abrogherebbe la legge Zapatero del 2010 ed autorizzerebbe l’interruzione della gravidanza solo in caso di violenza sessuale o di grave rischio per la salute psichica e fisica della madre, certificata da ben due medici.
In Italia, specialmente al Sud, la legge 194 del 1978 sull’aborto è di fatto resa impraticabile a causa del frequente ricorso allo strumento dell’obiezione di coscienza da parte dei medici. Questo fenomeno ha spinto le rappresentanti dell’associazione Snoq di Reggio Calabria a manifestare davanti al teatro Cilea chiedendo di abolire l’obiezione di coscienza ed il rispetto della libertà di coscienza delle donne come bene supremo su cui basare le proprie scelte.
Barbara Priolo
Di seguito riportiamo un estratto del documento presentato dalle donne spagnole al capo del Governo, Mariano Rajoy, al ministro della Salute Ana Mato ed a quello della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardòn.
Poiché io decido in base alla mia autonomia morale, che è la base della dignità di una persona, non accetto nessuna imposizione o proibizione riguardo i miei diritti sessuali e riproduttivi che riguardano la mia piena realizzazione come persona. Come essere umano autonomo mi rifiuto ad essere sottomesso a trattamenti denigranti, che influenzino la mia decisione di essere o non essere madre.
Poiché sono libera invoco la libertà di coscienza come il bene supremo sul quale possa basare le mie scelte. Considero cinici quelli che si appellano alla libertà per restringerla e malevoli quelli che, non importandogli affatto la sofferenza causata, vogliono imporre a tutti i loro principi di vita basati su ispirazioni divine. Come essere umano libero rifiuto di accettare una maternità forzata e un regime di tutela che condanna le donne alla considerazione di minorenni nei confronti delle loro decisioni in materia sessuale e riproduttiva.
Poiché vivo in una democrazia e sono democratica non accetto le regole del gioco che delineano diritti di peccato e leggi di religione. Nessuna maggioranza politica nata dalle urne, neanche se con maggioranza assoluta, è legittimata a convertire diritti in reati e obbligarci a seguire principi religiosi mediante sanzioni penali. Come cittadina esigo da quelli che ci governano che non trasformino il potere democratico, salvaguardia della pluralità, in dispotismo.
Poiché io decido, sono libera e vivo in una democrazia, esigo da qualsiasi governo che promulghi leggi che favoriscano l’autonomia morale, preservi la libertà di coscienza e garantisca la pluralità e diversità di interessi.
Poiché io decido, sono libera e vivo in una democrazia, esigo che si mantenga l’attuale “Legge per la salute sessuale e riproduttiva e per l’interruzione volontaria della gravidanza”, per favorire l’autonomia morale, preservare la libertà di coscienza e garantire la pluralità degli interessi di tutte le donne.