Welfare sportivo. Il Csi propone 5 buone prassi alla Commissione nazionale, Cicciù: “Bisogna ricollocare i valori essenziali dello sport”

Reggio Calabria. Lo Sport come strumento di Welfare: questa la sfida che il CSI lancia al mondo sportivo reggino e non solo; sono tanti i percorsi in itinere sul territorio della provincia di Reggio Calabria che saranno presentati dal Comitato locale alla prossima assemblea nazionale dell’Area Welfare e Promozione del Centro Sportivo Italiano. « Storie di vita, storie di passione, poco dissimili da quelle che portano a strutturare fiction come “L’oro di Scampia” che narra la vicenda di Gianni e Pino Maddaloni; – afferma Paolo Cicciù, consigliere nazionale del CSI – a Reggio Calabria esistono realtà “border line” che attraverso lo Sport riescono a ricongiungere percorsi di integrazione sociale al sano divertimento». Nell’archivio nazionale delle “buone prassi” che, con i 70 anni di vita ed il milione di soci, il CSI può vantare, proveranno ad entrare alcune esperienze della nostra terra: la Scuola Calcio Etica e Libera “Don Milani” di Gioiosa Jonica, l’Associazione “Stefania Pennestrì”, il Centro Reggino di Solidarietà (Ce.Re.So.) e la Cooperativa “Piccolo Principe”, quest’ultime tre operanti sul territorio di Reggio Calabria. «Una sorta di “libro dei record”, dove il vero obiettivo è l’uomo, spesso e volentieri nella “missione impossibile” di ridare la dignità agli invisibili: tossicodipendenti, alcolisti, rom, piccoli stranieri non accompagnati, detenuti in regime di libertà vigilata. Questi sono i “convocati” dal CSI: quelli che nessuno vorrebbe in squadra. Proveremo a regalargli una copertina e uno splendido sogno: incontrare, viso a viso, Papa Francesco».
Di seguito una sintesi delle 5 “buone prassi” del CSI in tema di welfare sportivo in Città:

Scuola Calcio Etica e Libera “Don Milani”
L’esperienza della S.E.L.E.S di Gioiosa Jonica è un unicum sul territorio della Locride: infatti, grazie all’impegno di diversi volontari, coordinati dal Presidente Francesco Rigitano, la Scuola Calcio, che conta oltre 200 bambini, intreccia l’attività sportiva a dei veri e propri percorsi di educazione alla Legalità e al rispetto delle Regole. Nonostante i diversi attentati ad opera della ‘ndrangheta, i ragazzi di Gioiosa proseguono la loro attività dal 2005.

Associazione “Stefania Pennestrì”
Una fiamma di speranza nei territori abbandonati: l’opera dell’Associazione “Stefania Pennestrì” si prodiga soprattutto ad Arghillà tra le palazzine popolari. Un pullmino accoglie tutti i ragazzi volenterosi di far sport di ogni etnia ed estrazione sociale: rom, giovani stranieri “non accompagnati”, ragazzi in disagio sociale tutti scendono in campo sentendosi “più forti” perché una squadra.

Centro Reggino di Solidarietà
Il Ce.Re.So., la più importante comunità terapeutica contro le dipendenze, ha intrapreso negli ultimi anni col CSI una fitta collaborazione: anzitutto gli “Ambasciatori dello Sport Educativo”. Chi sono? Sono tutti gli ex tossicodipendenti ed ex detenuti che attraverso la composizione di una squadra di calcio a 5 hanno riscoperto l’amore per la vita e lo voglia di “ritornare in gara”. Attraverso le loro testimonianze negli istituti superiori della provincia di Reggio Calabria, tanti ragazzi conoscono il valore autentico di “giocarsi la vita” in senso positivo.

Cooperativa “Il Piccolo Principe”
Dal 2002 operante nella Periferia Sud del Comune di Reggio Calabria, la Cooperativa dal 2007 si è dotata di una polisportiva (basket, calcio a 5, pallavolo, tennis tavolo) in cui prendono parte 15 ragazzi di 7 nazionalità diverse, molti dei quali segnalati dai servizi sociali e dal Tribunale dei minori. Un caleidoscopio, che opera in sinergia con la Parrocchia Santa Maria del Lume in Pellaro e l’Associazione Sportiva “Diego Suraci”, di esperienze e sensibilità che nel 2009 ha portato i ragazzi, tra le altre cose, ad aggiudicarsi il titolo di campioni regionali CSI, categoria under 14.

«Abbiamo voluto passare in rassegna queste esperienze di vita – afferma il Presidente Provinciale Cicciù – perché per noi rappresentano dei vessilli. C’è bisogno di concepire nuovamente lo Sport a Reggio Calabria, di ripristinare i valori essenziali al centro: c’è la necessità di federare queste, ed altre, buone prassi per ridisegnare un modello di welfare sportivo che sia reale istanza di cambiamento della parte buona del territorio. Lo dobbiamo a tutti questi ragazzi, testimoni viventi che il cambiamento è parte integrante del percorso di vita. Come CSI stiamo studiando le soluzioni migliori, su tutte un progetto di educazione sportiva permanente ad Arghillà, per presentare alla Città, alle Istituzioni e alle Associazioni alcune proposte riformatrici; è un impegno che dobbiamo prenderci adesso, da realizzare nell’arco del prossimo biennio. Non siamo soli, – conclude Cicciù – nei nostri incontri ci sentiamo parte di un insieme: quella Reggio, questa sì, vera maggioranza silenziosa, che vuole realmente cambiare lo stato delle cose».

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