Reggio Calabria. Il lungomare della città calabrese dello Stretto (che viene ancora indicato in alcuni cartelli come “Lungomare Matteotti”) appare sempre più disastrato per lo stato di abbandono in cui versa. Una condizione di degrado causata da episodi di diversa manifestazione vuoi di carattere naturale o, ancora peggio, di quelli compiuti dall’ignoranza vandalica di alcuni individui. Tutti avvenimenti che, in ogni caso, provocano lo sdegno di molti cittadini. Uno di questi è il signor G. C., che, in una assolata giornata primaverile di fine marzo, ci guiderà in un viaggio verso le brutture esistenti. Non commenta la presenza di quelle solite scritte tracciate dai writers. Si indigna fortemente sulle immagini vergognose incamerate mentre ci indica un punto, uno dei tanti, che vergognosamente insiste da mesi sulla via dei passanti. Sul viale Geonoese Zerbi – commenta – “le piante presenti nelle aiuole sono cresciute talmente tanto (come le erbacce) che hanno sbarrato anche le vie dedicate ai pedoni. Alcune piante risultano risultare senza forma o cadute da tempo con i rami ingialliti che penzolano fino a raggiungere l’erba del prato che li ospita”. Proseguendo nel vergognoso percorso, G. C. mostra altre aiuole con rami potati ormai secchi “posteggiati” vicino alle siepi e dice: “Sulla via Marina Bassa alcuni pozzetti sono senza copertura da almeno un anno. Alcuni di essi per l’erba cresciuta che li nasconde, sono divenuti delle vere trappole pericolose per i passanti”. Aggiungiamo altre situazioni degne, si fa per dire, di nota come quelle di notare pezzi di muri (o parti di marmo) staccati che “dormono” deposti nello stesso punto da tanto tempo. Ancora situazioni di pericolosità provocati dalla mancanza di parte della pavimentazione composta dai “san pietrini” oppure il vedere inquietanti fili della corrente scoperti che penzolano fuori dalle cassette loro dedicate a “portata dei bambini” per non parlare dell’indecoroso scenario offerto dal retro di uno dei tanti ben noti gazebo del lungomare divenuto, un po’ come gli altri, deposito di spazzatura e altro. Impossibile è il negare che tutto quanto visto appartenga alla realtà. Una fase attuale di forte criticità che si ripercuote negativamente sulla città e sui cittadini frapponendosi in forte contrasto con chi si batte, culturalmente, per cercare di migliorarla senza adottare interventi prodigiosi di chissà quale portata. Bisogna fare qualcosa e agire subito per rimediare e dunque cancellare un’incalzante situazione di innegabile abbandono che offende ed attanaglia Reggio, affinché “in questo luogo sacro dove le onde greche vengono a cercare quelle latine” l’immortalità dei luoghi ritorni ad essere ispiratrice di composizioni poetiche dei gloriosi trascorsi.
Guglielmo Rizzica