Reggio Calabria. Pene per complessivi 262 anni di galera sono stati comminati dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Silvana Grasso, De Pascale e Sapone a latere, a conclusione del processo Meta, celebrato con rito ordinario in primo grado. La decisione del Tribunale è giunta intorno alle ore 13.30, dopo cinque giorni e mezzo di camera di consiglio.
Queste le pene comminate dal Tribunale:
- Giuseppe De Stefano 27 anni;
- Pasquale Condello 20 anni;
- Domenico Condello, 23 anni;
- Pasquale Libri, 20 anni;
- Giovanni Tegano, 20 anni;
- Pasquale Bertuca 23 anni;
- Cosimo Alvaro 17 anni, 9 mesi e 10 giorni;
- Giovanni Rugolino 18 anni e 4 mesi;
- Antonino Imerti 21 anni;
- Francesco Creazzo 16 anni;
- Domenico Passalacqua 16 anni;
- Stefano Vitale 10 anni;
- Natale Buda, 13 anni,
- Nino Crisalli 6 anni più 1500 euro di multa;
- Rocco Palermo 4 anni e 6 mesi;
- Antonio Giustra 3 anni e 6 mesi;
- Carmelo Barbieri 3 anni;
- Luciano Chirico morto nelle more del giudizio.
Le pene inflitte rappresentano un leggerissimo sconto rispetto alle pesantissime condanne che erano state richieste al termine della requisitoria dal pm, rappresentato dal sostituto procuratore della DDA Giuseppe Lombardo. Di seguito le pene che l’accusa aveva chiesto di comminare: Giuseppe De Stefano, 30 anni più 23 mila euro di multa;
Pasquale Condello 30 anni più 23 mila euro di multa; Domenico Condello, 30 anni più 18 mila euro; Pasquale Libri, 25 anni più 20 mila euro; Giovanni Tegano, 25 anni più 20 mila euro; Pasquale Bertuca 30 anni; Cosimo Alvaro 30 anni; Giovanni Rugolino 30 anni; Antonino Imerti 30 anni; Francesco Creazzo 30 anni; Domenico Passalacqua 28 anni più 18 mila euro; Stefano Vitale 16 anni più 15 mila euro; Natale Buda 16 anni più 15 mila euro; Nino Crisalli 10 anni più tremila euro di multa; Rocco Palermo 8 anni più 15 mila euro di multa, Antonio Giustra 7 anni; Carmelo Barbieri 6 anni; Luciano Chirico, estinzione del reato per morte del reo.
Un risarcimento per complessivi 2 milioni di euro è stato disposto alle istituzioni, mentre l’associazione antimafia “Libera” si è vista riconoscere un risarcimento di 500 mila euro. Il processo era scaturito dall’omonima operazione, condotta dai Carabinieri del Ros di Reggio Calabria nel giugno 2010, che avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del capoluogo, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 42 affiliati (più 30 indagati) alle più importanti cosche ‘ndranghetiste del capoluogo e dei comuni limitrofi, indagati a vario titolo per associazione mafiosa, procurata inosservanza della pena, favoreggiamento personale, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione ed altri delitti, aggravati dall’art. 7 L. n. 203/91 (modalità o finalità mafiose).