Reggio Calabria. Dopo essersi compenetrato nella magnificenza delle due facce di bronzo si è presentato ai sindaci in tutto il suo splendore. Appena finito di gustarsi la bellezza dei due guerrieri, questo pomeriggio il premier Matteo Renzi è venuto nella sala adiacente alle statue, all’interno dello stesso Museo, a parlare a tutti i sindaci della provincia. #matteorenzi ha sciorinato 180 miliardi di euro di fondi europei con la stessa facilità di un maitre che illustra il menu del giorno a una comitiva di affamati senza però servire in tavola neanche una pietanza. Tutto fumo e niente arrosto. Lui parla di ottimismo, di un’idea nuova per spendere tutti i fondi della Comunità europea, chi lo ascolta però sente chiacchiere, solo chiacchiere senza nessun contenuto pratico per risollevare la provincia reggina dalla crisi più profonda della sua storia. Prima del Museo il premier ha incontrato in Prefettura i vertici della magistratura e delle forze di polizia. Se ha usato lo stesso metro, possiamo immaginare che si sarà detto “#ottimista” anche col procuratore: per sconfiggere la ‘ndrangheta ci sono già tantissime leggi, basta applicarle!
Chi si attendeva che Renzi avrebbe annunciato un piano straordinario di investimenti, tanto per intenderci quelle “leggi speciali” invocate per Reggio Calabria da Rosy Bindi, la presidente Pd della Commissione parlamentare antimafia, è rimasto di ghiaccio di fronte al monologo renziano. Tra l’altro, che è venuto a fare in città se parla solo lui? Tanto valeva mandare un tweet ai sindaci, al limite una email. E se queste sono le premesse è perfettamente inutile che ritorni ogni tre mesi, come ha promesso. Gli unici con cui ha abbozzato un confronto sono stati i lavoratori disoccupati reggini che lo aspettavano a piazza Italia reclamando “lavoro”, ai quali – questa sì è una novità per un presidente del Consiglio – ha promesso l’impegno del governo, e i bambini festanti che lo attendevano di fronte al Museo, portati lì non si sa da chi. Chissà che visto il successo ottenuto tra i bambini, Renzi non decida di abbassare l’età per votare, almeno per le Primarie del Centrosinistra. Di sicuro, quello che poteva raccontare ai bambini, lo ha raccontato anche ai sindaci: favole. L’unico applauso convinto se l’è guadagnato quando ha lamentato l’Europa che ci detta regole su come pescare il pesce-spada e poi ci gira le spalle mentre i nostri fratelli annegano mentre tentano di arrivare in Italia. Nemmeno con l’apologia del Regno delle Due Sicilie è riuscito ad accattivarsi un pubblico raggelato dall’inconsistenza delle sue proposte. Non serve ricordarci che il Regno delle due Sicilie era “locomotiva” e non “l’ultimo vagone del treno”, se poi lui stesso non è in grado di rimboccarsi le maniche per spalare carbone, gridare a squarciagola dal finestrino “ciuf ciuf” non fa avanzare di un metro il Paese. Qualcuno, tra i sindacalisti, addirittura rimpiange Massimo D’Alema: “Almeno lui ci faceva parlare”. Dal di’ qualcosa di sinistra, al di’ qualcosa di concreto.
Fabio Papalia