Candidoni (Reggio Calabria). Nella giornata di sabato scorso a Candidoni, alla contrada Baracconi di Località Barbasano, a conclusione di specifico ed ampio servizio di controllo del territorio coordinato dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro e teso alla repressione dei reati in materia di armi, i militari della Tenenza di Rosarno, unitamente ai militari della Compagnia Speciale, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo Cinofili del Goc di Vibo Valentia, hanno arrestato, in flagranza di reato, Salvatore Fazzari, di 33 anni, per detenzione di armi da guerra e clandestine con relativo munizionamento anche da guerra e ricettazione. L’uomo, su disposizione del pm di turno, Francesco Ponzetta, è stato trattenuto presso la Casa Circondariale di Palmi in attesa della convalida dell’arresto. I Carabinieri sono giunti a tale rinvenimento, a seguito di una prolungata perquisizione, effettuata presso le pertinenze della masseria, nella materiale disponibilità dell’uomo, durante la quale hanno rinvenuto, all’interno di un tubo in plastica arancione con entrambi i tappi chiusi ermeticamente e siliconati, ulteriormente sigillate in cellophane:
- 1 pistola mitragliatrice mod. “Skorpion” in cal. 7,65;
- 1 fucile mitragliatore AK-47 c.d. “Kalashnikov”, di fabbricazione slava con matricola abrasa;
- 1 fucile mitragliatore M-70 anch’esso del tipo “Kalashnikov”, di fabbricazione slava;
- 2 serbatoi per fucile mitragliatore AK-47;
- 3 serbatoi per pistola;
- 20 cartucce cal. 12;
- 128 cartucce cal. 7,62X39 del tipo “Kalashnikov”;
- 72 cartucce cal. 7,65;
- 347 cartucce cal. 9X21.
Tutto il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro. Ulteriori indagini sono in corso da parte degli inquirenti, volte ad appurare la provenienza delle armi e delle munizioni sequestrate anche in considerazione del fatto che rispetto al calibro dei proiettili ritrovati non sono state rinvenute le corrispettive armi. Dalla tipologia delle armi e dalla loro perfetta efficienza (tutte e tre ben oleate ed integre in ogni loro parte) gli inquirenti ipotizzano che le stesse sarebbero potute servire di lì a poco a qualche eclatante gesto delittuoso. È su questo fronte che gli investigatori proveranno ulteriormente a far luce.