Reggio Calabria. Chiuso in poco più di 72 ore il cerchio sull’omicidio del cittadino rumeno Cezar Marian Pirvu, avvenuto a Reggio Calabria lo scorso 3 agosto. Sono stati tutti fermati dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria (diretta dal primo dirigente Francesco Rattà e dal suo vice Fabio Catalano) i presunti autori: si tratta dei cittadini rumeni Doru Popoinete di 36 anni, Ioan Marius Tican di 26 anni e Alin Chirila di 20 anni, nei cui confronti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, concordando pienamente con le risultanze investigative acquisite dalla Sezione Omicidi (diretta dal vice questore aggiunto Giuseppe Giliberti) nel corso di articolate indagini condotte senza soluzione di continuità fin dalla sera del 3 agosto, aveva emesso due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto per omicidio in concorso.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sala “Nicola Calipari” della Questura, dal Questore Raffaele Grassi e dal vice capo della Mobile Fabio Catalano, alla presenza del vice questore aggiunto Annamaria Ciccariello (Ufficio Relazioni col Pubblico della Questura) e del vice dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico Gesualdo Masciopinto:
- alle ore 22.00 circa dello scorso lunedì 3 agosto, si è presentato all’ingresso della Questura, chiedendo aiuto, un uomo dolorante e sanguinante, il quale ha perso i sensi e si è accasciato nell’atrio della Questura in stato di incoscienza: il ferito, riconosciuto in Cezar Marian Pirvu di 36 anni, è stato immediatamente trasportato con l’ambulanza del Suem 118 presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti.
- I primi accertamenti effettuati da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (diretto dal vice questore aggiunto Luciano Rindone) hanno consentito di accertare che l’uomo poco prima era stato accoltellato da alcuni connazionali, con cui aveva avuto una lite, nella vicina Piazza Garibaldi.
- Nella notte tra il 3 e il 4 agosto, sono state pertanto acquisite in Questura le dichiarazioni di tutti i testimoni e sono stati effettuati diversi riscontri sul luogo indicato mediante l’acquisizione di immagini dei vari sistemi di videosorveglianza della zona.
- La mattina del giorno 4 agosto, Pirvu è morto in ospedale.
- Pertanto, sotto la direzione del pm della Procura della Repubblica presso il Tribunale, Massimo Baraldo, sono state ulteriormente implementate le attività di indagine da parte della Squadra Mobile, che lavorando insieme all’Upgsp in breve ha individuato in Doru Popolinete il soggetto che materialmente avrebbe sferrato la coltellata mortale alla vittima.
- I serrati accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile hanno consentito di identificare l’uomo in Doru Popoinete, soggetto dall’indole estremamente violenta, che annovera diversi precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio, e di raccogliere a suo carico diversi gravi elementi di colpevolezza che sono stati comunicati in tempi rapidissimi al pm il quale in breve ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio volontario; nel frattempo il prosieguo dell’attività investigativa avviata ha consentito, oltre che di rafforzare il già chiaro quadro indiziario a carico dell’indagato Popoinete, di fare luce su tutta la dinamica del delitto perpetrato ad opera non solo del Popoinete ma anche di altri soggetti che a vario titolo avevano partecipato all’aggressione mortale nei confronti della vittima.
- Alla luce delle risultanze investigative, sono state infatti individuate ulteriori e precise responsabilità per il gravissimo fatto di sangue, anche in capo ad Alin Chirila e Ioan Marius Tican, che comunicate immediatamente all’autorità giudiziaria hanno consentito al pm titolare delle indagini di emettere un secondo provvedimento di fermo di indiziato di delitto.
La minuziosa ricostruzione dei fatti quindi, operata dagli investigatori della Squadra Mobile, ha consentito di ricostruire il contesto in cui era maturato il grave fatto di sangue, l’ambiente degradato di un ristretto gruppo di cittadini extracomunitari coinvolti perlopiù nel giro della prostituzione, e il movente che lo aveva determinato: invero, l’omicidio era originato, secondo quanto finora emerso, da motivi di gelosia. Il Popoinete avrebbe infatti “insidiato” la donna del defunto Pirvu e, alla richiesta di chiarimenti di quest’ultimo, ne sarebbe scaturita una violenta colluttazione in cui la vittima sarebbe stata inizialmente aggredita con una bottiglia rotta e successivamente con un coltello che Popoinete avrebbe utilizzato per colpire Pirvu alle spalle mentre questi, compreso il pericolo, cercava di fuggire.
- Chirila, rintracciato, è stato sottoposto a fermo già la sera del giorno 4 agosto mentre Popoinete e Tican si sono resi inizialmente irreperibili.
- Si sono susseguiti pertanto due giorni di frenetiche ed incessanti attività di indagine finalizzate a localizzare i due ricercati, considerati soggetti estremamente pericolosi.
- Proprio la massiccia attività investigativa, espletata anche mediante l’ausilio di presidi tecnologici e di servizi di pedinamento sul territorio, ha consentito agli investigatori di localizzare i due fuggitivi fin dal primo pomeriggio del 6 agosto in uno stabile in una via centrale di Locri.
E’ stata pertanto predisposta l’effettuazione di una rapidissima irruzione all’interno dell’abitazione; che è avvenuta effettivamente poco prima delle ore 24.00 dello stesso giorno e i due fuggitivi, sebbene colti di sorpresa, hanno cercato di darsi alla fuga attraverso un piccolo giardino ubicato nel retro dello stabile, dove però sono stati fermati dai poliziotti e tratti in arresto in esecuzione dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto: si è accertato così che i due erano pronti a lasciare il Paese, diretti in Romania e stavano organizzando la fuga a bordo di autobus di linea.
Nell’appartamento sono stati altresì individuati Magdalena Szekely, rumena di 37 anni e l’italiano Domenico Rinaudo di 57 anni sono stati arrestati in flagranza per il reato di favoreggiamento personale e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria di Locri, competente per territorio.
Al termine degli adempimenti di rito, i fermati e gli arrestati sono stati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Proseguono le indagini per l’identificazione di altri favoreggiatori e degli altri complici dell’efferato delitto.
il video della conferenza stampa sarà disponibile qui non appena caricato sul canale Youtube di Newz.it