Come affrontare l’Oceano mare: 6 consigli di Alessandro Baricco ai naviganti

Per ognuno di noi il mare può funzionare da eclettico specchio su cui riflettere le diverse immagini che abbiamo della vita, un luogo fisico e dell’anima, dove spesso finiamo per lasciare infrangere ricordi ed emozioni future. Saper affrontare il mare spesso significa riuscire a confrontarsi con noi stessi, con quanto di più abissale si cela nei fondali dell’anima, armati degli strumenti che anni di attraversamenti e naufragi hanno consegnato nelle mani, ormai sapienti, del nostro carattere.

Esperti naviganti, segnati in modo indelebile dalle cicatrici che il tempo ci ha cucito addosso come validi trofei di pericoli mortali appena scampati; oppure pirati, eterni violatori delle leggi che governano la terra ferma, su cui ancora oggi posiamo il passo incerto e rumoroso di una gamba di legno; o ancora spensierati viaggiatori, ospiti di prima classe del nuovo rapidissimo traghetto che la moda ha imposto solo ieri alle onde. Così delicatamente in equilibrio fra sabbie e cieli, a simboleggiare la distanza che divide la gravità delle speranze da quella delle realtà, abbiamo preso a muoverci sull’acqua senza conoscere quale potesse essere l’attrezzatura psicologica più utile a restare a galla sulla trasparenza.

Se dalla letteratura alla pittura, passando per il cinema, l’arte ci è spesso venuta in aiuto per decifrare il senso più effimero attribuito al mare, chiunque ne conosca per davvero bellezze e insidie sa quanto possa essere utile dotarsi dei migliori strumenti per viverlo al meglio anche al di qua dell’immaginazione. Ma perché rinunciare a spingersi a largo con la fantasia e non sposare, invece, realtà e finzione?
Un elenco di tutti gli scrittori che nei secoli si sono occupati del mare e delle sue infinite declinazioni, basti pensare a come la barba bianca abbia consegnato ai posteri l’immagine di Ernest Hemingway quale marinaio navigato, potrebbe diventare un incredibile spreco di caratteri e, anche se da qualche centinaio stiamo parlando di ciò che forse rappresenta l’infinito per antonomasia, una qualche regola dobbiamo pure imporcela. Lasciamoci trasportare, allora, da un bestseller firmato da uno degli autori più suggestivi degli ultimi anni, Oceano mare di Alessandro Baricco, e partiamo alla scoperta dei migliori accessori nautici accompagnati dalle splendide parole dello scrittore torinese.

Il problema è: dove cavolo sono gli occhi del mare? – Salvaocchiali
Così si domanda lo strano e affascinante pittore del romanzo e, in effetti, un paio di salvaocchiali galleggianti può risultare davvero utile per scrutare l’orizzonte in cerca di un porto sicuro. Un must irrinunciabile durante una tempesta perfetta.

Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte – Portachiavi e portadocumenti
Si sa, la bellezza dell’essere in mezzo al mare risiede anche nel dimenticare la piatta routine che viviamo sulla terra ferma. Ma tenere al sicuro i nostri averi durante la navigazione e dotarsi di portachiavi e portadocumenti protetti da custodie stagne potrebbe rivelarsi un’idea da non sottovalutare.

Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni – Bussole
Come tutti i luoghi più sublimi, il mare può diventare spazio indefinito e spaventoso se non si hanno gli strumenti giusti per decifrarne le invisibili traiettorie in grado di ricondurci verso casa. Solo un inguaribile spirito temerario ne affronterebbe i possibili smarrimenti senza una bussola da rilevamento.

Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte – Segnali di soccorso
Nel caso in cui gli spiriti temerari di cui sopra abbiano davvero deciso di arrischiarsi in mare aperto senza bussole d’ogni sorta, un set di segnali di soccorso completo di fuochi a mano e razzi paracadute che possano essere visti fino a 50 miglia di distanza può diventare
l’ultima risorsa utile per non rivivere sulla propria, ormai abbronzatissima, pelle tutta la prima,

Le donne. Il mare sembrava, tutto d’un tratto, averle aspettate da sempre

Borse e abbigliamento
A pochi minuti dalla partenza la tua lei decide di accompagnarti, una compagna di viaggio d’eccezione a cui dovrai garantire ogni sorta di comfort: indispensabile una capiente e robusta borsa dove mettere accuratamente tutto il necessario e una giacca impermeabile con scaldamani, per tenere sempre all’asciutto la sirena che ha preferito il tuo piccolo mare interiore alla vastissima distesa d’acqua sotto i vostri piedi.

Cosa diciamo quando diciamo: mare? – Megafoni
Dopo una romantica cena a lume di luna, restate entrambi a fissare il mare. Lei ricorda forse ancora qualcosa di quell’antico vocabolario di gocce con cui un giorno ti ha ancorato a sé e avete una gran voglia di urlare il vostro amore alle onde. Ma perché sprecare fiato? Un megafono da 20w, con segnale da nebbia e morse, è la soluzione giusta.

Preso nota di tutto? Bene, perché è finalmente arrivato il momento di levare l’ancora.  Salpiamo, dunque, affrontiamo di nuovo giorni di rotte sconosciute, provando a tracciare la mappa profonda di ciò che diventeremo. Perché è uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso. Ho visto davvero.
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