Bovalino. Arrestato un dipendente comunale. Nel corso di servizi finalizzati a prevenire e reprimere reati contro la Pubblica Amministrazione, disposti dal Questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, personale del Commissariato di Bovalino, di concerto con la locale Squadra Mobile e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, ha proceduto all’arresto del dipendente comunale di Bovalino Carmelo Filippo Sprio, di 60 anni, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di peculato e falso.
Il procedimento ha avuto origine dall’avvenuta verifica, effettuata a seguito di esposto, di evidenti anomalie riscontrate visionando alcuni fascicoli relativi alle istanze di concessione dei suoli cimiteriali, per le quali, il dipendente dell’ufficio tecnico raggiunto dall’ordinanza cautelare, ricopriva la qualità di R.U.P..
Su disposizione della Procura della Repubblica di Locri è stata effettuata perquisizione degli uffici comunali che ha consentito agli agenti di rinvenire e sequestrare, a carico del dipendente comunale, tra l’altro, diverse copie di ricevute di versamenti relative alle istanze in questione abilmente falsificate.
L’attività di indagine è proseguita con l’escussione di un gran numero di cittadini, costituiti dalla quasi totalità dei soggetti che dal 2005 a quella data avevano presentato istanza di concessione dei suoli e/o loculi cimiteriali ed avevano corrisposto la somma per il pagamento del canone direttamente nelle mani del dipendente incaricato che, a suo dire, si sarebbe occupato di effettuare il versamento nelle casse comunali.
Nel frattempo si è provveduto al raffronto tra le dichiarazioni acquisite e le risultanze degli accertamenti effettuati tramite l’istituto Poste Italiane, presso cui l’ente è titolare del conto corrente dove sarebbero dovute confluire le somme trattenute a titolo di pagamento del canone concessorio. Tale operazione, che ha interessato circa 150 pratiche, ha permesso di riscontrare la falsificazione di un rilevante numero di attestazioni di versamento e, contestualmente, provare la presunta appropriazione del denaro da parte del R.U.P. ed il conseguente mancato introito nelle casse comunali di una somma che si aggira intorno a 80 mila euro.
L’esito di tale complessa attività di investigazione è stata trasfusa in diverse informative di reato che hanno fondato l’accusa per 29 capi di imputazione, variamente ascritte al dipendente comunale per i delitti di peculato e correlati falsi, reiterati in un arco temporale che varia dall’anno 2005 all’anno 2015.
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