Banche. Unimpresa, prestiti ad aziende -14 mld e sofferenze a 196 mld

Meno prestiti alle aziende per 14 miliardi di euro, mentre le famiglie tornano a indebitarsi con le erogazioni aumentate di 20 miliardi. Negli ultimi 12 mesi i finanziamenti delle banche al settore privato sono complessivamente saliti di oltre 5 miliardi: lo stock di impieghi a febbraio scorso valeva 1.409 miliardi, in aumento dello 0,41% rispetto ai 1.403 miliardi di febbraio 2015. Il miglioramento è legato alla crescita del credito al consumo salito di 21 miliardi (+35%), alla lieve ripresa dei mutui di 2,5 miliardi (+0,71%) e ai prestiti di medio periodo per le aziende, cresciuti di oltre 19 miliardi (+15%). Crescono su base annua le sofferenze che ora ammontano a 196 miliardi, aumentate di quasi 9 miliardi in un anno, ma diminuite di 6 miliardi tra gennaio e febbraio scorso; le sofferenze nette in 12 mesi sono passate da 79 a 83 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa, secondo cui a fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito è quella delle imprese (138 miliardi), le “rate non pagate” dalle famiglie valgono più di 37 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari sono oltre i 15 miliardi. Superano il tetto dei 4 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 14% dei prestiti bancari, in aumento rispetto al 13% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco più di cinque anni, quindi, sono più che raddoppiate. Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 187,2 miliardi di febbraio 2015 ai 196,1 miliardi di febbraio 2016 (+8,84%) in aumento di 8,8 miliardi; a gennaio scorso le sofferenze ammontavano a 202,05 miliardi. Nel dettaglio, la quota di crediti deteriorati che fa capo alle imprese è salita da 133,1 miliardi a 138,9 (+5,78%) in aumento di 5,7 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 34,9 miliardi a 37,2 miliardi (+6,67%) in salita di 2,3 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 382 milioni da 15,3 miliardi a 15,6 miliardi (+2,50%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 3,8 a 4,2 miliardi (+8,79%) con 341 milioni in più. Le sofferenze nette sono passate da 79,3 miliardi di febbraio 2015 a 83,07 miliardi di febbraio 2016 in aumento di 3,7 miliardi (+4,75%). A febbraio 2015 le sofferenze corrispondevano al 13,34% dei prestiti bancari (1.403,5 miliardi), percentuale salita al 13,91% a febbraio scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano passati a 1.409,2 miliardi. Rispetto alla fine del 2010 le sofferenze sono più che raddoppiate: in poco più di cinque anni, da dicembre 2010 a febbraio 2016, sono salite da 77,8 miliardi a 196,1 miliardi in salita di quasi 120 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi. Parallelamente c’è la difficile situazione del credito, i cui rubinetti faticano a riaprirsi del tutto anche se complessivamente lo stock dei finanziamenti al settore privato è tornato a crescere: da febbraio 2015 a febbraio 2016, il totale dei prestiti è salito di 5,7 miliardi di euro passando da 1.403,5 miliardi a 1.409,2 miliardi (+0,41%). Una crescita legata all’aumento delle erogazioni alle famiglie sostenuta da una dinamica in forte accelerazione del credito al consumo, comparto salito di 21,5 miliardi in un anno da 60,03 miliardi a 81,5 miliardi (+35,86%); lieve crescita anche per i mutui di 2,5 miliardi da 358,7 miliardi a 361,3 miliardi (+0,71%), mentre si registra un calo di 3,9 miliardi per i prestiti personali scesi da 178,8 miliardi a 174,9 miliardi (-2,20%). Complessivamente i finanziamenti alle famiglie sono saliti di 20,1 miliardi da 597,6 miliardi a 617,7 miliardi (+3,37%). Resta in generale negativo il quadro per le imprese che hanno visto calare i finanziamenti di 14,3 miliardi da 805,8 miliardi a 791,5 miliardi (-1,78%). Le aziende nell’ultimo anno hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 17,6 miliardi (-6,04%) da 297,4 miliardi a 279,5 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 16,1 miliardi (-4,26%) da 378,2 miliardi a 362,1 miliardi, mentre quelli di medio periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 19,7 miliardi (+15,16%) da 130,1 miliardi a 149,8 miliardi. “La Bce ha messo le banche, italiane e non solo, con le spalle al muro: a questo punto non ci sono più scuse, diano credito all’economia reale. Gli istituti di credito verranno pagati due volte per dare liquidità alle aziende: c’è anzitutto la remunerazione, in forma di interessi, prevista contrattualmente sui singoli finanziamenti e poi c’è il tasso negativo stabilito allo 0,4% dall’Eurotower per questo Tltro. Come imprenditori ci aspettiamo una netta inversione di tendenza sullo stock di credito alle imprese che negli ultimi anni è sistematicamente diminuito e ora deve tornare ad aumentare” dichiara il presidente regionale di Unimpresa- Calabria, Giuseppe Pratticò.

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