Reggio Calabria. Alle prime luci dell’alba di oggi, in Reggio Calabria – rende noto un comunicato della Procura che qui pubblichiamo integralmente – il personale del Ros, collaborato da quello del locale Comando Provinciale Carabinieri, ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, a carico di:
a. DE STEFANO Giorgio cl. ’48, ROMEO Paolo, SARRA Alberto ai quali è stata applicata la custodia cautelare in carcere.
b. CHIRICO Francesco, il quale è stato sottoposto agli arresti domiciliari poiché ultrasettantenne.
c. CARIDI Antonio Stefano, Senatore della Repubblica, al quale è stata applicata la custodia cautelare in carcere con sospensione dell’esecuzione del provvedimento in attesa della delibera della Camera di appartenenza alla quale sarà richiesta autorizzazione dall’autorità giudiziaria mandante.
poiché ritenuti responsabili a vario titolo del delitto di partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ‘ndrangheta di cui all’art. 416 bis c.p.;
2. L’odierno provvedimento cautelare costituisce esito di un articolato impegno investigativo condotto dal Ros Carabinieri e coordinato dalla Procura di Reggio Calabria che è stato finalizzato, in prosecuzione di pregresse acquisizioni investigative e giudiziarie, a completare la ricostruzione della struttura della ‘ndrangheta nelle sue componenti soggettive ed oggettive apicali nonché a definire le modalità di interazione dell’organizzazione sia con ambiti della società civile – con particolare riferimento alle infiltrazioni/condizionamenti di Pubblica Amministrazione, Economia e Politica – che con le altre similari strutture mafiose.
Base di partenza dell’odierna indagine denominata Mamma Santissima è costituita dalle pregresse inchieste sviluppate sempre dal ROS Carabinieri: Meta, ‘Ndrangheta Banking, Reale e Crimine. Dette investigazioni, alcune già caratterizzate da irrevocabilità, hanno dimostrato l’unitarietà ed il tendenziale verticismo della ‘ndrangheta come organizzazione di tipo mafioso, nonché esistenza ed operatività di un organo collegiale di vertice, denominato Provincia, in seno al quale sono rappresentate le cosche dei tre Mandamenti (Centro, Jonico e Tirrenico) e delle altre articolazioni dell’organizzazione operanti in altre parti del territorio nazionale ed all’estero. Gli indicati procedimenti penali contenevano, però, alcuni elementi investigativi che facevano presupporre l’esistenza di una ulteriore Struttura direttiva occulta, sovraordinata rispetto alla Provincia, ed in generale di contesti occulti all’interno della ‘ndrangheta: questo è stato il tema dell’indagine Mamma Santissima.
Le articolate e prolungate investigazioni condotte, a partire dal mese di gennaio 2012, dal personale del Ros Carabinieri – caratterizzate dallo svolgimento di indagini dirette, dal riascolto e valorizzazione di emergenze captative di più procedimenti penali e da plurimi apporti dichiarativi verificati e riscontrati – hanno:
a. confermato l’esistenza della «Mamma Santissima» o «Santa», prima struttura direttiva «segreta» della ‘ndrangheta, caratterizzata da regole speciali in grado di rimuovere e superare a favore dei suoi qualificati componenti i divieti fissati dalle regole tradizionali della ‘ndrangheta. A tale struttura avevano accesso anche «massoni» o «nobili», intendendosi per essi coloro che non avevano estrazione propriamente criminale. Con la «Santa» – la cui ideazione va ricondotta ai casati mafiosi DE STEFANO, PIROMALLI, NIRTA, ARANITI, LIBRI, MAMMOLITI, CATALDO e MAZZAFERRO – si assiste ad un sostanziale mutamento della ‘ndrangheta funzionale ad un processo di infiltrazione degli ambiti in cui è articolata la società civile attraverso i «Santisti» che, pertanto, hanno operato nelle vesti di appartenenti all’Organismo decisionale occulto;
b. permesso di stabilire, superando le pregresse conoscenze, che la ‘ndrangheta ancora oggi è dotata di un apparato criminale caratterizzato dalla presenza di una struttura direttiva «segreta o riservata» da intendersi quale evoluzione di quella denominata «Mamma Santissima» o «Santa», di cui fanno parte gli Avvocati DE STEFANO Giorgio cl. ’48 e ROMEO Paolo, il politico SARRA Alberto, l’ex funzionario pubblico CHIRICO Francesco cl. ’44, che si avvalgono, anche, del Senatore CARIDI Antonio Stefano. La struttura occulta – che si serve di soggetti indicati come «segreti» o «riservati» – opera in sinergia con l’organo collegiale di vertice denominato Provincia che ha compiti di direzione organizzativa e di garanzia dell’unitarietà dell’organizzazione, risultando quindi, la Provincia, struttura a carattere eminentemente criminale sulla quale vengono riversate le indicazioni strategiche fornite dalla struttura riservata.
Numerosi sono gli elementi dai quali far derivare l’attuale esistenza ed operatività della componente riservata della ‘ndrangheta. Oltre a quelli di ordine dichiarativo e documentale, particolare valore dimostrativo assumono le intercettazioni: in alcune di esse si fa esplicito riferimento sia al livello «visibile» che a quello «invisibile», ponendo quest’ultimo in rapporto di necessaria interrelazione, in ordine agli affari di maggior rilievo, rispetto al primo, corrispondente al «provinciale», intendendo per esso la «Provincia» come organo di vertice mafioso (video nr.18). In altre emerge che «la ‘ndrangheta non esiste più», ora «fa parte della Massoneria» e si è ridotta a «delinquenza comune» (video nr.19).
In altra ancora si fa esplicitamente riferimento al fatto che gli inquirenti, quanto a conoscenze, «sono arrivati fino ad un certo punto … in effetti sapevano dell’Australia, dell’America …» ma sono totalmente all’oscuro di altro soggiungendo che «c’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro…: qua a Reggio contano i … i Segreti … Giorgio DE STEFANO gliel’ha calata la questione … sei, sette … erano in totale … (inc.) … il coso è di sette …». Evidente il riferimento al contesto occulto – i «segreti» – ed alla relativa struttura «il coso … è di sette» (video nr.21). Si comprende quindi che la struttura occulta si pone in una posizione determinante nelle scelte e negli indirizzi della Provincia.