Ludopatia, e se la soluzione fosse la religione?

Roma. L’altra faccia della medaglia: è questo il modo in cui si può definire la ludopatia. Il mondo del gambling è un settore che sembra non conoscere crisi e il cui stato di salute è a dir poco ottimo. Lo dimostrano dati, statistiche e cifre. Ma, come in ogni cosa, ci sono rischi e pericoli. Il gioco d’azzardo patologico è una vera e propria dipendenza. Come la droga o l’alcool. Non a caso è stata introdotta nella categoria delle cosiddette dipendenze comportamentali. Frequenza delle giocate che aumentano, crescita della spesa e del tempo dedicato al gioco: sono questi i sintomi principali della ludopatia.

Ma esistono strumenti e metodi per prevenirla? Difficile rispondere. Si ricorda che tantissime Regioni si stanno muovendo per mettere in atto devi veri e proprio piani per limitare il gioco d’azzardo e le sue conseguenze “patologiche”. Ma c’è un’analisi puramente sociologica che può essere definita interessante. Infatti, per quanto soltanto in pochi casi, è stato rilevato che l’attaccamento alla religione diminuisce la pratica ludica. Gli ultimi sondaggi, ad esempio, dimostrano che far parte di una congregazione religiosa o semplicemente recarsi con assiduità in chiesa riduce attivamente la probabilità che il gioco si converta in un problema. Uno studio recente sul rapporto religione-ludopatia ha dimostrato che la devozione e la fede possono portare la gente a non giocare in modo compulsivo e ossessivo. Gli uomini di età compresa tra i 31 e i 40 anni, le persone di colore e quelle meno istruite, hanno presentato i sintomi più gravi di ludopatia. Questo riguarda anche i residenti dei quartieri meno abbienti, ma tra questi, coloro che partecipavano ai riti religiosi con più assiduità, presentavano meno problemi.

Ma cosa dicono le religioni sul gambling? È nota la posizione della Bibbia, che non condanna direttamente il gioco d’azzardo, ma invitai credenti a guardarsi dall’amore per il denaro. Il Corano invece insegna che “il piano di Satana è quello di eccitare, indurre, e generare odio tra voi con bevande alcoliche e giochi d’azzardo, che vi impediscono di ricordare il Signore con la forza della preghiera”. I leader religiosi, soprattutto in luoghi come l’Alabama o lo Utah, tendono a sostenere che il gioco d’azzardo metta a serio rischio le persone più deboli e vulnerabili della società. Ma allora qual è la conclusione? A fornirla sono i ricercatori dell’Arizona: “In breve, trascorrere del tempo nelle congregazioni religiose significa averne di meno per recarsi in un casinò o dedicarsi al gioco. Integrarsi nella vita delle istituzioni religiose rende meno inclini a rischiare di essere visti come un giocatore che acquista i biglietti della lotteria. Anche la dedizione al gioco d’azzardo online sembra ridimensionarsi quando le persone si concentrano sulla religione”. Insomma, tutto torna.

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