Scudi rotondi e scudi medievali: le armi di difesa degli eserciti di terra

Scudi medievali

Scudi medievali

L’arma di difesa: ergonomia e presa

Quando si parla di armi difensive, il pensiero va con molta probabilità, agli scudi medievali.
Lo scudo è l’arma di difesa più antica e basilare. È praticamente istintivo difendersi dietro una tavola di legno e si può immaginare che lo abbiano fatto già i primi uomini apparsi sulla terra: prima come difesa dagli animali feroci, successivamente contro gli appartenenti a famiglie e tribù nemiche.
Ma per parlare di uno scudo vero e proprio sono necessarie alcune modifiche che consentano di passare dal “pezzo di legno” qualsiasi a qualcosa di meglio definito. Ecco allora che si assiste ad un modellamento, che:

Breve storia

 Anche se quelli più noti anche ai non “addetti ai lavori” sono gli scudi medievali, l’inizio della storia di questi strumenti difensivi risale a parecchi secoli prima.

Dai Sumeri al XX secolo
Si registrano i primi utilizzi di scudi “strutturati” già nel terzo millennio a.C. tra i Sumeri; il loro impiego negli eserciti prosegue almeno fino al XVII secolo, ben oltre la fine del Medioevo; senza contare poi, che in alcune popolazioni tribali dell’Africa e dell’Oceania, lo scudo è stato utilizzato fino agli inizi del secolo scorso.

Gli scudi rotondi
Prima dei successi dell’Impero romano, gli scudi erano per lo più rotondi: se si trattava di strumenti ottimi nelle battaglie ravvicinate e negli scontri corpo a corpo, la loro efficacia andava scemando pericolosamente in caso i nemici fossero dotati ed utilizzassero lance e giavellotti dalla lunga distanza. Questi “proiettili” infatti potevano raggiungere parti del soldato non protette dallo scudo, come le gambe, i piedi e l’arto che imbracciava la spada.

Gli scudi dritti dei romani
Gli scudi dei legionari erano a bordo dritto: questo consentiva loro di avanzare compattamente riparandosi allo stesso tempo dai colpi degli avversari. I galli utilizzavano invece degli scudi in vimini e pelle rinforzati da metallo.

Gli scudi medievali

Franchi e Vichinghi
Durante l’Alto medioevo, Franchi e Vichinghi utilizzavano degli scudi rotondi, spesso ricoperti da uno strato di cuoio che ne migliorava la rigidità; erano poi dotati di una punta in metallo al centro, chiamata umbone, utilizzata in modalità offensiva.

I Normanni
Fu solo con i Normanni, a partire dall’XI secolo che si diffuse l’utilizzo degli scudi di forma allungata: era arrotondato nella sua parte superiore, ma la forma e la lunghezza (fino ad 1,30 metri) consentivano di proteggere tutto il corpo, gambe comprese.

Il XIII e il XIV secolo
Ma si sa che il passare dei decenni, delle battaglie e delle esperienze belliche portano sempre a migliorare l’efficacia delle armi. Conseguentemente, anche i sistemi di difesa personale dovevano essere modificati per continuare a garantire l’incolumità dei soldati.
Con il XIII secolo, la parte superiore arrotondata scomparve, probabilmente per migliorare il campo di visione; si perde definitivamente l’umbone, che lascia lo spazio allo stemma della casata cui appartiene il soldato e ne consente l’identificazione sul campo di battaglia.
Nel secolo successivo, fa la sua apparizione lo scudo da torneo: nettamente più piccolo è caratterizzato da una tacca nella parte superiore che consentiva di appoggiarvi la lancia.
Sempre nello stesso periodo, nasce un altro degli scudi medievali: il palvese. I balestrieri, cui era destinato, lo utilizzavano per proteggersi durante la fase di ricarica della loro arma. Questo scudo infatti era grande, di forma ovale o rettangolare e poteva essere fissato al suolo.

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