È ora di ripensare ad una nuova organizzazione aziendale

Nell’era dell’evoluzione digitale e della quarta rivoluzione industriale, sempre più spesso ci troviamo ad avere a che fare con nuovi strumenti che rivoluzionano il mondo del lavoro. Il cloud, compreso quello proposto dal nuovo fax proposto da eFax, l’Internet of Things, i big data, la velocissima diffusione dei dispositivi iperconnessi, l’ipertrofia degli strumenti analitici. Questo, e tanto altro, riguarda la digitalizzazione delle aziende e del mondo del lavoro che si è imposta come una accelerazione al tempo stesso distruttiva e rigenerante.

Quel che è certo è che stanno cambiando i processi, le tecnologie e le organizzazioni stesse. Per gli esperti ai lavori la digitalizzazione porta con sé l’obbligo di ripensare il concetto stesso di organizzazione aziendale. Anche se il medesimo processo sottolinea anche la centralità delle risorse umane come elemento prioritario all’interno delle imprese. In questi anni, quindi, e ancor di più nei prossimi, le aziende si scontreranno con dei cambiamenti tecnologici dagli effetti non del tutto prevedibili, i quali a loro volta innescheranno l’introduzione di nuovi modelli organizzativi, imponendo una seria riflessione sui diversi ruoli professionali, sul management, sulle competenze necessarie e sulla leadership.

Il tutto, però, avrà successo solo grazie alla parallela valorizzazione delle risorse umane. Le nuove tecnologie, infatti, non elimineranno l’apporto indispensabile dei collaboratori. Ma, se sfruttate razionalmente, potranno migliorare le interazioni e accentuare la progettualità e la creatività tipica dell’elemento umano.

L’importanza dell’apporto umano
La differenza, dunque, la faranno i dipendenti, qualunque sarà l’apporto futuro di computer, robot e intelligenze artificiali. A sottolineare le sfide che la digitalizzazione imporrà nel mondo delle HR ci pensa poi il nuovo report di Deloitte “Rewriting the rules for the digital age”, basato sull’intervista approfondita di oltre 10mila responsabili HR, distribuiti in 140 Paesi diversi. Per l’88% degli intervistati la questione cruciale nel mondo delle risorse umane, ad oggi, è la costruzione dell’organizzazione del futuro. Più le aziende si rendono digitali e maggiormente comprendono l’importanza di un ripensamento della propria organizzazione, che le possa rendere quindi effettivamente più smart e veloci, così da adattarsi in modo più rapido ai mutamenti interni ed esterni, oltre che alle richieste di maggiore dinamicità da parte degli stessi collaboratori.

Nonostante questo, però, il 70% delle riorganizzazioni finiscono in breve termine, a causa della disobbedienza del team esecutivo. Inoltre solo l’11% degli intervistati ha dichiarato di comprendere come portare avanti il processo di digitalizzazione. Un tempo i lavoratori imparavano tutto il necessario per lo svolgimento del proprio ruolo all’inizio della carriera, e quelle competenze erano sufficienti per decenni. Oggi le competenze vanno rinnovate di anno in anno, il che significa che una brillante carriera lavorativa non può essere tale senza un aggiornamento continuo. È quindi necessario che l’Human Resources Management inizi ad agire fuori dagli schemi prestabiliti, cercando al proprio interno le capacità e gli strumenti per valorizzare al meglio le persone che lavorano in azienda. Al progresso tecnologico, dunque, non corrisponde un declassamento delle risorse umane. L’81% delle aziende è del resto convinto che la selezione del personale e la capacità di individuare i giusti profili professionali resteranno un fattore vitale per il successo aziendale.

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