IPO Pirelli: ecco com’è andato il rientro in Borsa di Pirelli

I primi di ottobre Pirelli è tornata in Borsa, esattamente alla Borsa milanese di Piazza Affari, mettendo in campo circa 400 milioni di azioni, compresa l’opzione greenshoe, con un prezzo finale fissato a 6,5 euro.
Questo risultato non è altro che il rush finale di un processo studiato a tavolino dalla dirigenza Pirelli, iniziato lo scorso mese di giugno e conclusi con la presentazione della sua offerta pubblica iniziale (IPO).
Vediamo insieme le tappe salienti dell’operazione finanziaria che ha portato Pirelli di nuovo sul mercato.

Un rientro annunciato
Era il lontano 1922 quando Pirelli per la prima volta si quotava alla Borsa di Milano, ed era il molto più vicino 6 novembre 2015 quando fu costretta a ritirarsi, e ad affrontare un costoso delisting, che l’ha portata ad accumulare un grosso debito, che alla fine del 2016 ammontava a 4,9 miliardi, e a dover rivedere i suoi quadri dirigenziali, aprendo le porte agli investitori cinesi di ChemChina, adesso investiti delle più alte cariche societarie e diventati i maggiori partner del Gruppo.
Già allora il numero uno del gruppo, lo storico CEO Marco Tronchetti Provera che ancora oggi mantiene il suo ruolo esecutivo in azienda, aveva promesso ai soci e agli investitori che non sarebbe stato un addio ma solo un arrivederci, perché presto il Gruppo della Bicocca si sarebbe rimesso in sesto e sarebbe tornato in Borsa, e così è stato.
Anche se dalle prime stime era previsto un ritorno sul mercato azionario entro il primo trimestre del 2018, i risultati positivi ottenuti tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017, con l’aumento del fatturato favorito dalle positive dinamiche di mercato e dalla nuova focalizzazione del business, hanno portato il CdA di Pirelli a decidere per un’accelerazione delle operazioni, e a puntare al lancio dell’IPO entro la fine del terzo trimestre di quest’anno.

Il rifinanziamento necessario
Il primo obiettivo da perseguire per intraprendere con successo il cammino verso l’IPO, era il miglioramento del profilo finanziario dell’azienda, che è stato avviato grazie alla collaborazione con un pool di banche, italiane e estere.
Le statunitensi JP Morgan e Morgan Stanley e l’italiana Banca Imi del Gruppo Intesa, che hanno poi svolto il ruolo di Global Coordinator all’interno del roadshow, hanno infatti accettato di concedere all’unico azionista del Gruppo, ossia la Marco Polo International Italy spa, controllata da Chemchina, Camfin e Long-Term Investments Luxemburg, un finanziamento pari a 1,25 miliardi di euro.
Questi soldi sono quindi stati utilizzati per promuovere un aumento del capitale di Pirelli, fondamentale per rifinanziare le sue linee bancarie per 4,2 miliardi di euro e per ridurre i costi e il peso del debito, dilazionandolo nel tempo a quote più gestibili, e non andranno ulteriormente ad aumentarlo, perché la società conta di rimborsarli direttamente con i proventi ricavati dall’IPO.

I dettagli dell’IPO
Con questo nuovo e più forte profilo finanziario e con il nuovo volto di pure consumer tyre company, Pirelli ha quindi avviato il roadshow e ha presentato al Mercato Telematico Italiano il Prospetto Informativo relativo alla sua offerta di vendita.

In base ad essa l’azienda si è presentata con il 40% del capitale sociale e con un’offerta di vendita che consiste:
– in un’offerta pubblica, rivolta al pubblico indistinto in Italia, di un minimo di 35 milioni di azioni (pari al 10% dell’Offerta di vendita)
– in un collocamento istituzionale, riservato agli investitori qualificati in Italia e ad investitori istituzionali all’estero, di massimo 315 milioni di azioni, (pari quindi al 90% dell’offerta di vendita), all’interno del quale è prevista un’opzione greenshoe, per permettere di acquistare al massimo 50 milioni di azioni al prezzo di offerta (pari al 14,3% delle azioni oggetto dell’offerta di vendita).
Per chi fosse interessato a investire, è bene sapere che nell’ambito dell’offerta pubblica è previsto un lotto minimo di adesione pari a 500 azioni, e un lotto minimo di adesione maggiorato pari a 5.000 azioni. Per cui, considerando che il prezzo di vendita minimo è di 6,5 euro ad azione e che la forchetta di prezzo fissata oscilla tra i 6,5 e i 6,7 euro, un possibile acquirente delle azioni di Pirelli deve essere disposto a fare un investimento compreso tra i 3250 e i 3350 euro, con la possibilità di dover moltiplicare per 10 queste cifre nel caso decida di aderire a un lotto minimo maggiorato.
Anche se è ancora presto per fare dei pronostici su quale sarà il risultato di Pirelli in Borsa, la società è ottimista, e dopo la decisione di separare il settore Consumer da quello Industrial, che si quoterà invece sul mercato cinese nelle vesti della nuova società Prometeon, frutto della fusione con la Aeolus dei partner cinesi, ha orientato il suo business verso i comparti Premium e Prestige, per specializzarsi nella produzione di prodotti e accessori di alta gamma, più richiesti da una particolare fetta del mercato e in grado di portare eccellenti guadagni.

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