Gerusalemme (Israele). Le porte della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme sono state ufficialmente riaperte mercoledì mattina dopo essere state chiuse per tre giorni in segno di protesta contro le politiche israeliane.
Adeeb Joudeh, il custode delle chiavi, ha detto che la chiesa è stata riaperta al pubblico alle 4:00 ora locale .
“Questa è una vittoria, stiamo festeggiando, la Pasqua sta arrivando e così ci sono stati centinaia di visitatori che hanno dovuto pregare fuori dalla chiesa per tre giorni”, ha detto Joudeh ad Al Jazeera.”C’è una sensazione generale di felicità ora che le preghiere all’interno della chiesa sono riprese”, ha aggiunto.
La chiesa, situata nella città vecchia, è una delle più importanti, se non la più importante del cristianesimo. I cristiani ritengono che sia il luogo della crocifissione e della sepoltura di Gesù e si trova al termine della via Crucis (che qui prende il nome di via Dolorosa). Il luogo è un importante luogo di pellegrinaggio, che attira milioni di turisti ogni anno.
Gli italiani sono sempre stati tra le comunità più presenti nei pellegrinaggi religiosi in Israele. I dati dello scorso anno parlano di circa 90.000 turisti ed un incremento del 23 % rispetto agli anni precedenti. Più di Russi ed Ucraini. Domenica, i leader delle chiese cattoliche, armene e greco-ortodosse hanno annunciato che avrebbero chiuso le porte della chiesa per protestare contro quella che hanno definito una “politica discriminatoria” israeliana volta a indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme.
L’ultima e unica volta in cui le porte della chiesa furono chiuse fu nel 1990 – per 48 ore – in segno di protesta contro i coloni ebrei che avevano occupato un edificio nel quartiere cristiano vicino alla chiesa.
I dirigenti della Chiesa hanno affermato che la loro decisione è stata necessaria a seguito di alcune controversie, tra cui una legge recentemente introdotta nel parlamento israeliano che consentirebbe allo Stato israeliano di prendere possesso di proprietà della chiesa affittate a compagnie private e la volontà del governo di imporre tasse sulle proprietà della chiesa.
Il sindaco della città santa Barkat ritiene che le Chiese debbano al Comune 650 milioni di shekel, circa 190 milioni di euro, di tasse arretrate, e che la proposta di legge prevede di tassare «hotel, sale per le conferenze e negozi» e non «i luoghi di culto». I leader delle comunità religiose cristiane temono un successivo progetto di legge, che permetta l’esproprio da parte dello Stato di terreni e proprietà venduti a terzi dalle Chiese, per evitare uno stravolgimento del tessuto urbano nel centro della città.
In seguito alle pressioni internazionali e alla condanna dei cristiani palestinesi, Israele ha deciso martedì di sospendere la legge sulla riscossione delle tasse dalle chiese e dalle loro proprietà.
Il leader del Raduno Nazionale Cristiano in Terra Santa, Dimitri Deliani, ha affermato che le chiese hanno vinto questa battaglia contro “l’occupazione” israeliana.
Hana Amira, il capo del Comitato presidenziale supremo per gli affari ecclesiastici, ha riferito all’agenzia di stampa del governo palestinese Wafa che la posizione dei capi delle chiese, così come la chiusura della chiesa del Santo Sepolcro, ha sventato temporaneamente il piano israeliano.
E così, dopo tre giorni, le porte del luogo ove secondo la tradizione, avvenne uno dei misteri più importanti dell’umanità, sono state riaperte per turisti e pellegrini.
Salvatore De Blasio