di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Si è tenuta stamani in aula bunker l’udienza del processo celebrato con rito abbreviato scaturito dall’operazione Kalanè, condotta nel luglio 2016 dalla Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà, sui due episodi criminali che in quell’anno suscitarono molto allarme sociale: si tratta del tentato omicidio di Antonino Princi, avvenuto il 9 febbraio 2016 sulla Gallico-Gambarie, e il duplice agguato avvenuto nella notte del 4 aprile 2016, in cui rimase ucciso Domenico Polimeni e gravemente ferito Giuseppe Greco.
Il tentato omicidio e il duplice agguato con un morto e un ferito
L’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha individuato presunti mandanti ed esecutori materiali dei gravissimi fatti di sangue che secondo gli investigatori della Polizia sarebbero maturati nel contesto di un conflitto scaturito in seno alla famiglia Greco, per l’affermazione della leadership e del dominio criminale nel piccolo Comune di Calanna, con l’ascesa al potere criminale di Antonino Princi, il quale, approfittando dell’assenza dalla Calabria di Giuseppe Greco e del periodo di collaborazione con la Giustizia che quest’ultimo aveva avviato dopo il suo arresto nell’ambito dell’Operazione “Meta”, avrebbe accentrato su di sé il controllo delle attività illecite nella zona di Calanna e Sambatello, feudo storico ed incontrastato della famiglia Greco, alla quale Princi è legato anche da rapporti di parentela.
L’inseguimento fin dentro l’impianto di rifiuti e il duplice agguato
Il primo fatto di sangue avvenne in frazione Sambatello di Reggio Calabria il 9 febbraio 2016 con il tentato omicidio ai danni di Antonino Princi cl. 1971 (che si salvò sfondando con l’auto il cancello dell’impianto di rifiuti – le fasi concitate vennero immortalate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’impianto). Secondo gli inquirenti il tentato omicidio ai danni di Princi sarebbe stato compiuto da Giuseppe Greco, che avrebbe agito aiutato da Domenico Provenzano.
Quasi due mesi dopo, il 3 aprile 2016, l’agguato da cui derivò l’omicidio di Domenico Polimeni cl. 1968 ed il tentato omicidio di Giuseppe Greco cl. 1960, avvenuto in contrada Sotira di Sambatello di Reggio Calabria, presso l’abitazione sita sulla Strada Provinciale 184 Gallico/Gambarie, km 8, nr. 215. Domenico Polimeni fu attinto mortalmente da alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni, mentre Giuseppe Greco rimase ferito in maniera non grave. Al momento dell’agguato, le vittime si trovavano all’interno di un’abitazione rurale condotta in locazione da Polimeni, ubicata di fronte al palazzo della famiglia mafiosa dei Greco di Calanna. Secondo gli inquirenti il duplice agguato sarebbe stato organizzato da Antonino Princi (la vittima del primo tentato omicidio) ed esecutori materiali i fratelli Antonio e Giuseppe Falcone di Pettogallico, frazione di Reggio Calabria.
I fratelli Falcone scarcerati dal Tdl
I fratelli Falcone, difesi dagli avvocati Antonio Managò e Giuseppe Alvaro, affrontano il processo in stato di libertà poiché il Tribunale della Libertà, accogliendo le tesi degli avvocati Managò e Alvaro, ha annullato la misura cautelare per assenza di gravità indiziaria.
La requisitoria del Pubblico Ministero
Il processo con rito abbreviato era già giunto alla requisitoria del pm, Walter Ignazitto, il quale ha invocato dinnanzi al gup Antonino Foti l’ergastolo per i fratelli Falcone e per Antonino Princi (ritenuti rispettivamente presunti esecutori e mandante del duplice agguato in cui fu ucciso Polimeni e ferito Greco), e pene superiori a 10 anni per Giuseppe Greco e Domenico Provenzano (ritenuti presunti responsabili del tentato omicidio di Antonino Princi).
Il collaboratore di giustizia Cristiano
Alla scorsa udienza il pm ha depositato un verbale del collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano, il gup ha deciso di sospendere gli interventi difensivi degli avvocati e ha disposto l’audizione del collaboratore, che è stato ascoltato ieri in contraddittorio. Il collaboratore non ha riferito fatti specifici sul duplice agguato, in particolare sui fratelli Falcone ha detto di averli visti solo una volta nel 2000 in un giardino e che, nell’ambiente criminale, si vociferava che fossero persone pericolose.
L’11 maggio riprendono gli interventi difensivi
L’udienza è stata aggiornata al 18 maggio per far proseguire gli interventi conclusivi dei difensori.
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