Saranno anni nei quali vedremo un proliferare di versioni e declinazioni della Mini per come la conosciamo. Non bastavano, oltre alla familiare linea chic della piccola due volumi, la cabrio, la Countryman, la Clubman, la Paceman – show car che dovrebbe veder la luce il prossimo anno – adesso arriva anche una coupè dall’aria parecchio racing ad ampliare le opzioni di scelta della clientela del marchio anglo-tedesco. E giusto per anticipare quel che ci attende, voci ben informate parlano di una gamma di addirittura dieci modelli con il marchio Mini, da lanciare nei prossimi anni.
Dimensioni pressocché identiche alla Mini due volumi per la Coupè, tranne che per l’altezza, inferiore di ben 52 millimetri. E gran parte dell’innovazione stilistica del nuovo modello sta proprio dalla linea di cintura in su, con l’intero padiglione dell’abitacolo che ridisegna lo stile ben noto: un montante anteriore molto inclinato, il tetto spiovente verso la coda, il micro-lunotto posteriore che si congiunge con il terzo volume. La rivoluzione del design è sintetizzabile mettendo a fuoco l’intera area centrale della vettura, con un grande effetto scenico e qualche dubbio sulla “praticità”, specialmente in materia di visibilità posteriore. La Mini Coupè non è affatto banale e si ritaglierà un’ulteriore nicchia all’interno del popolo Mini, questo sembra facilmente prevedibile. E per fare ciò – rendendo il tutto remunerativo – non cambia nulla sotto il vestito. Sospensioni MacPherson all’anteriore e multilink al posteriore, sebbene con assetto e tarature specifiche; cambio a sei marce manuale, con l’opzione di un automatico sempre a sei rapporti (tranne che per la versione John Cooper Works). Anche i motori sono quelli che abbiamo già conosciuto e apprezzato sulla Mini due volumi.
In quella “cupola” che dà l’illusione di esser tutti piloti, gli ingegneri Mini hanno lavorato attentamente anche per quanto riguarda i flussi aerodinamici. Al posteriore c’è uno spoiler mobile che si attiva automaticamente una volta superati gli 80 Km/h, ma prima di aver attraversato l’intero corpo vettura, l’aria viene “indirizzata” da un’apertura sul tetto in corrispondenza del montante posteriore, dove è collocato un altro spoiler che incanala parte dell’aria verso il lunotto per poi arrivare all’ala posteriore: più alta è la velocità, maggiore è anche il flusso d’aria che viene incanalato verso l’alettone, quindi, capacità di generare maggiore deportanza al posteriore, a vantaggio della stabilità alle alte velocità.
Sul piano tecnico, ci saranno tre motorizzazioni benzina e una diesel. L’attacco è con il 1600 cc della Mini Cooper Coupè, 122 cavalli e 160 Nm di coppia massima a 4250 giri/min. Propulsore aspirato, garantisce una velocità massima di 204 km/h e un’accelerazione 0-100 km/h in 9 secondi. Contenuti i consumi, con 5.4 litri per 100km nel ciclo combinato (consumi dichiarati, ndr) che significano 127g/km di emissioni di Co2. Un gradino più in alto si posiziona la versione Mini Cooper S Coupè, spinta dal 1.6 litri turbo da 184 cv e 240 Nm di coppia massima, disponibile in un ampio range di giri da quota 1600 a 5000. Appare il più equilibrato tra i motori benzina, per consumi e prestazioni. Infatti, oltre al dato di coppia massima – con un overboost che innalza a 260 Nm temporaneamente il livello di coppia – anche l’accelerazione e la velocità massima non sono troppo distanti dal top di gamma della Coupè, l’allestimento John Cooper Works. La Mini Cooper S Coupè accelera in 6.9 secondi da 0 a 100 km/h e raggiunge i 230 km/h di velocità massima; sul piano dei consumi, 5.8 l/100km nel ciclo combinato e 136 g/km di Co2. Si potrebbe dire che rappresenta la quadratura del cerchio. Al vertice, poi, ecco le prestazioni esagerate dell’allestimento John Cooper Works, con il motore quattro cilindri 1.6 litri turbocompresso che sviluppa 211cv, 260 Nm di coppia massima tra 1850 e 5600 giri/min (con un overboost da 280Nm, ndr) e assicura uno scatto in 6.4 secondi nello 0-100 km/h; velocità massima che si attesta a 240 km/h a fronte di un consumo dichiarato nel ciclo combinato di 7.1 l/100km /165g/km di Co2).
Non mancherà la versione diesel, un quattro cilindri 2000 cc common rail con basamento in alluminio che svilupperà 143 cv e ben 305 Nm di coppia tra 1750 e 2700 giri/min. Un motore che ripaga sul piano dei consumi e una spinta, seppur in un arco di giri ristretto, che avvantaggia la regolarità di marcia. Poco più di quattro litri di gasolio per coprire 100 km con emissioni nell’ordine dei 114 g/km, fanno della Mini Cooper Sd Coupè la soluzione ideale per chi vorrà sperimentare una strada alternativa nel già alternativo universo che la Mini Coupè rappresenta.
Non sono stati ancora resi noti i prezzi ufficiali e la data di lancio sul mercato, anche se appare plausibile attendersi una commercializzazione dopo il Salone di Francoforte, in autunno.
Fabiano Polimeni