Milano. Le genzie di rating Standard & Poor e Fitch, hanno ultimamente riclassificato il debito pubblico italiano e greco con implicazioni a dir poco disastrose, basta pensare all’attuale effetto emotivo, che ha determinato un trend al ribasso della Borsa di Milano.
Ma cosa sono e da dove vengono le fameliche agenzie di rating?
Le agenzie nacquero a inizio novecento per classificare e certificare le aziende pubbliche e private compresi gli Stati, che emettevano i prestiti obbligazionari dando al risparmiatore un mezzo attraverso il quale valutare il rischio di default degli stessi, passando al vaglio la loro solidità patrimoniale e valutandone la solvibilità. Ma dagli anni ottanta in poi divengono ben presto degli opinion maker sempre più potenti, al punto da condizionare il successo di un prodotto di investimento sul mercato, influenzando con i loro giudizi le decisioni dei risparmiatori e degli investitori più importanti. Un esempio odierno è il caso Grecia che con il declassamento del suo bilancio ha visto deteriorare la propria solvibilità e la garanzia del capitale degli investitori che hanno acquistato titoli del tesoro di Atene. Inoltre come se non bastasse il Fondo monetario internazionale valutando il debito pubblico ha ravvisato come prima conseguenza un aumento superiore ai 15 punti sui Buoni del Tesoro greci. Quindi per il Paese del Sirtaki immettere un prestito obbligazionario sul mercato, significa dover offrire un tasso di interesse molto alto che determina conseguente aumento del debito pubblico. La domanda sorge spontanea: ma le Agenzie di rating rappresentano un servizio per l’utenza mondiale degli investitori piccoli e grandi, o attraverso i rating si esercita una pressione su base planetaria?
E’ in atto un attacco su vasta scala contro l’Euro?
Siamo probabilmente in piena guerra valutaria e non lo sappiamo. L’agenzia di valutazione cinese, Dagong ha espresso un giudizio negativo sulla Gran Bretagna e a già declassato gli USA, non dimentichiamo che i due Paesi sono immersi in deficit pubblici di notevole entità, ma sembra più l’azione di chi desidera creare una sfera di influenza valutaria e finanziaria stabile sulla base di mezzi capaci di evitare sperequazione sulla propria valuta. Una situazione che vede l’Euro come un monolite al quale le altre valute stanno muovendo un assedio che avviene anche a colpi di ariete ossia i giudizi delle Agenzie di Rating, pronte a scatenare al ribasso le borse. Ultima in ordine di tempo l’agenzia di rating Moody’s che ha messo sotto attenzione alcune delle maggiori società italiane per un potenziale declassamento. Le aziende sono: Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna. Si legge in una nota stampa che la decisione di Moody’s, è la conseguenza più diretta della costante attenzione che il debito pubblico italiano sta suscitando, un atteggiamento di questa Agenzia giustificato dal rischio liquidità della casse nazionali. Inoltre la stessa agenzia mette sotto osservazione anche le Regioni, le città e le province italiane per un possibile default dovuto alle operazioni di switch e rifinanziamento attraverso i derivati eseguito con importanti Istituti bancari. In questo contesto la considerazione più assennata arriva dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ravvisa l’esigenza di creare un alternativa made in Europe alle agenzie di rating americane. Infatti, la Merkel ha evidenziato che l’Europa deve essere più consapevole dello strapotere delle agenzie di rating americane precisando che però deve essere il mondo della finanza europea a prendere l’iniziativa.
Fabio Arichetta