Reggio Calabria. Salvatore Pennisi, il catanese resosi protagonista di un furto con destrezza nel corso della solenne processione della Madonna della Consolazione, è stato condotto nel pomeriggio di ieri dinanzi al Tribunale per il giudizio di convalida dell’arresto. Davanti al Giudice che lo interrogava ha contestato gli addebiti che gli venivano mossi negando le proprie responsabilità, pur non chiarendo le ragioni per cui si trovasse in città.
Dalla relazione degli agenti che hanno proceduto al suo arresto è emerso che era stata la figlia del malcapitato ad accorgersi degli strani movimenti dell’uomo e della mano troppo vicina al pantalone del padre. Subito dopo dalla tasca era scomparsa una busta che conteneva il denaro contante ed alcuni documenti bancari. L’agente di polizia ha confermato le difficoltà nel sottrarre il Pennisi all’ira della folla. Il Pubblico Ministero ha chiesto per lui la convalida dell’arresto e l’applicazione della custodia in carcere.
L’avv. Attilio Parrelli, che ha sostenuto la difesa, si è opposto alla misura cautelare, suggerendo una differente ricostruzione dei fatti e, in particolar modo, dello scenario in cui si sono realizzati. Secondo il penalista, infatti, l’eccessivo ammassamento non avrebbe potuto consentire, con sufficiente ragionevolezza, alla testimone di individuare con esattezza la mano del borseggiatore, vista la presenza di numerose persone tutte accalcate a seguire la Vara. Al contempo, il mancato rinvenimento addosso al Pennisi tanto delle banconote quanto dell’involucro che le custodiva rendeva privo di riscontro il narrato della donna, emotivamente coinvolta in quanto figlia della vittima.
Il Tribunale, dopo aver ascoltato le parti, accogliendo le osservazioni dell’avv. Parrelli ha ordinato nella stessa giornata la scarcerazione del Pennisi cui è stato fatto obbligo di ritornare a Catania e di non allontanarsi dal comune di residenza.
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