Bagnara (Reggio Calabria). Quando ha visto luccicare le manette ha pensato che il ponte fosse più basso e si è lanciato nel vuoto. Peccato per lui che i viadotti dell’A3 Salerno-Reggio Calabria sono quasi tutti a prova di bungee jumping, e la sua fuga è durata ben 180 metri, per poi atterrare rovinosamente nel burrone. Protagonista del singolare quanto sfortunato tentativo di fuga è stato un uomo di 44 anni, fermato ieri notte intorno alle ore 23,45 sull’A3 insieme al fratello da una pattuglia della Polstrada. I due fratelli, Maurizio e Antonino Di Mauro, rispettivamente 42 e 44 anni, catanesi, viaggiavano a bordo di un’automobile Suzuky Wagon, quando hanno accostato l’autovettura all’ingresso del presidio di “Acqua della Signora”, il luogo dove è di stanza un drappello di vigili del fuoco, polizia stradale e Anas per vigilare sulla sicurezza del tratto di autostrada interessato dai lavori di ammodernamento. La manovra dei due fratelli non è passata inosservata a una pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione di Palmi, diretta dall’ispettore capo Francesco Tringali con il coordinamento del primo dirigente Giuseppa Pirrello. La pattuglia della Polstrada si è fermata accanto all’automobile giapponese dei due fratelli, per sapere se avessero bisogno di aiuto. Da lì, invece, è nato un controllo che ha portato alla perquisizione dell’autovettura. Ed è così che gli agenti hanno rinvenuto a bordo dell’auto un involucro contenente con ogni probabilità sostanza stupefacente: 175 dosi, già suddivise in flaconi, presumibilmente di eroina (ma le analisi tecniche sul principio attivo sono ancora in corso). Tanto è bastato, però, per far scattare il disperato piano di fuga del maggiore dei due fratelli. Vistosi scoperto, infatti, Antonino Di Mauro è fuggito verso il guardrail e si è lanciato al di sotto del viadotto. Un errore di valutazione che gli è costato 180 metri di caduta libera e 30 giorni di prognosi, quando dopo oltre 3 ore di operazioni di recupero effettuate dagli specialisti Saf dei Vigli del fuoco, è stato finalmente riportato in cima e affidato alle cure dei sanitari.
Fabio Papalia