Reggio Calabria. Rosy Canale, la dimissionaria presidente dell’Associazione Movimento Donne di San Luca, arrestata e posta ai domiciliari lo scorso 12 dicembre per truffa e malversazione nell’ambito dell’operazione Inganno, poi rimessa in libertà dal Tribunale del Riesame alla vigilia di Capodanno, sostiene di essere stata “additata” come indesiderata all’interno di un locale a causa della “gogna mediatica” cui sarebbe stata sottoposta. La notizia è stata diffusa dal legale della donna, l’avvocato Giancarlo Liberati, il quale ha raccontato che la sua assistita, poco dopo la mezzanotte del primo gennaio si è recato in compagnia di un’amica pittrice in un locale di Reggio Calabria, dove erano in mostra alcune opere. Stando sempre al racconto della stessa Canale, l’amica sarebbe stata chiamata in disparte dall’organizzatore e da altre due persone, che avrebbero comunicato che la presenza della Canale nel locale non era gradita “facendo generico riferimento – rivela l’avv. Liberati – alla vicenda giudiziaria in cui è stata di recente coinvolta”. Entrambe le donne, sbigottite, sono uscite dal locale. Questo il commento che la Canale ha voluto diffondere tramite il legale: “il cammino della legalità non si nutre di falsi moralismi né di retaggi culturali di perbenismo ipocrita ma solo di coerenza ed integrità ma ciò che maggiormente sconvolge è che il tessuto sociale ed in particolare i professionisti e la classe dirigente di questa città che sostiene di promuovere la cultura, l’arte, un sano stile di vita e soprattutto l’emancipazione , raggiunga livelli così bassi con tali incomprensibili atteggiamenti che possono essere giustificati solo dal pregiudizio e dall’ignoranza, intesa come assoluta disconoscenza di fatti e circostanze che oggi riguardano la mia persona, ieri hanno riguardato e distrutto altre persone poi risultate innocenti all’esito di un giusto processo e domani, chissà potrà riguardare chiunque, compreso chi oggi si è scandalizzato della mia “scomoda ed indesiderata presenza” nel suo locale”.
Gli organizzatori, interpellati dall’Agi, hanno riferito che il locale così come la mostra a quell’ora non era aperto al pubblico, in quanto era in corso una festa privata alla quale la signora Canale non era stata invitata.
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