Brancaleone (Reggio Calabria). Odori di piante antiche e rarissime nel tratto di costa di Capo Spartivento. Infatti, l’agronomo e Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, Sebastiano Stranges, nativo di San Luca, terra natale dello scrittore Corrado Alvaro, ma da alcuni anni residente nel Comune di Palizzi, per descrivere lo scenario del costone che limita i suoi confini da Capo Spartivento a Palizzi ha scritto, su una rivista specializzata: ”Paesaggio lunare, luce e straordinaria bellezza, tra bagliori lattei di marmi corrosi dal tempo. Crateri, mammelloni, rigati di sequenze grigio-azzurre, disposizioni geologiche che si alternano, uno strato grigio, uno azzurro e uno bianco”. Secondo il parere di Stranges in quel luogo vive una piccola vegetazione e addirittura anche alcune specie di orchidee. La sua passione lo spinge sempre in posti dove c’è da scoprire, studiare e conservare il patrimonio storico-artistico-culturale e ambientale di cui la Calabria e in modo particolare la costa jonica è ricca di riferimenti. In sostanza, Sebastiano Stranges, va sempre alla ricerca di portare in superficie l’oggetto da analizzare allo scopo di sincronizzarlo nel tempo di riferimento. Per l’occasione il suo fiuto lo ha portato all’osservanza e all’analisi di alcune piante pluricentenarie ormai in fase di estinzione che sono riuscite a sopravvivere alle diverse calamità verificatesi nel corso dei secoli. “Nel tratto in questione – dice Stranges, per certi versi quasi simile alle zone desertiche, riescono a vivere pulvini di timo capitato, cespugli di timelia irsuta, gruppi di ginestra spinosa ed olivastri, macchie fitte e basse di rosmarino, quà e là, in piccoli alberi di ginepro fenicio”. L’esperto fa osservare che sempre in quella località, specialmente in primavera, si verificano fioriture di orchidee, tra queste l’orchidea saccata, la papilionacea, la longicruris(detta uomo nudo) la barlia robertiana. Sempre secondo il parere di Starnges le padrone dei calanchi sono le orchidee del genere ophiris, anche se per un periodo breve, quanto dura la loro vita. “Per osservarle – dice – bisogna inginocchiarsi data la loro miniatura”. Andando oltre confine, Stranges fa notare che il ginepro fenicio è il rappresentante piu’ autorevole. Questa specie ormai è divenuta rara e rischia l’estinzione in tutto il territorio calabrese: “L’ultimo bosco relitto di ginepro” osserva lo studioso è relegato tra il territorio di Bova Marina e Condofuri. Gli incendi – aggiunge – hanno distrutto gran parte di questo patrimonio ambientale”. Nella sua osservazione, l’agronomo, fa notare, tanto per capire l’importanza di queste piante, che al ginepro fenicio è legata la leggenda secondo la quale gli antichi greci, da questo albero, hanno ricavato il legno per costruire la prima nave a vela.
Agostino Belcastro