Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Gli Artisti Reggini della Sanità, guidati dal Presidente Pasquale Borruto, sono stati protagonisti di un appuntamento, organizzato dalla Fidapa di Villa San Giovanni presso l’Hotel Plaza, che ha visto scrittura, recitazione e dibattito sulle dinamiche familiari, coniugarsi con esiti interessanti. Maria Giovanna Santoro, presidente della Fidapa, ha introdotto l’incontro sulla tematica della genitorialità, affrontata attraverso la trama della commedia in due atti composta da Manuela Priolo, Dirigente Medico Genetista presso la struttura ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli, dal titolo “Seme di cuori”, “una messa in scena della vita, dei sentimenti che appartengono alla condizione dell’essere genitori, ovvero generatori di vita; una commedia intrisa di umanità e molto vicina alla sensibilità e alle problematiche della famiglia moderna, dove il complicato rapporto tra genitori e figli, spettatori e attori al tempo stesso, assurge, tra incomprensioni e diversità, a tema fondamentale dell’esistenza”.
Sono intervenuti, oltre al Presidente e all’autrice del testo teatrale, che ha tratteggiato i contenuti del suo lavoro, la dott.ssa Francesca Frattima psicologa, che ha approfondito l’aspetto dell’interazione genitori-figli dall’adolescenza all’età adulta; e la dott.ssa Carmen Marchese, presidente della sezione reggina AIDM – Associazione Italiana Donne Medico.
La Marchese ha illustrato, attraverso un’attenta analisi dei suoi aspetti più salienti, la pubblicazione “….e poi seme di cuori”, realizzata dall’Ars in collaborazione con il Rhegium Julii, in cui convergono “E poi”, tre monologhi di donne in gravidanza costrette ad una scelta difficile, “una sorta di viaggio intorno alle dolorose scelte delle donne che lasciano un solco nell’anima” e “Seme di cuori”. La sezione “E poi” estensione artistica di “Seme di cuori” a cui è simbolicamente collegata, scaturisce dall’intento di rappresentare in una tela intrecciata di voci femminili, “le scelte più complesse e dolorose della genitorialità, quella negata e quella sofferta di fronte alla consapevolezza di un figlio imperfetto”.
Apprezzati i momenti di recitazione magistralmente curati da alcuni attori-medici, Marina Amedeo, Rosilita Veccia e Filippo Zema, diretti dal regista Salvatore Vita. L’antologia teatrale dell’Ars, dunque, racconta di emozioni paterne e materne in particolare, poiché “dentro ogni sorta di affascinante e sofferta genitorialità, ogni donna nutre in silenzio il seme del caos da cui proveniamo, ‘seme di cuori’ che attraversa le nostre speranze”.
Teresa Scordino