Reggio Calabria. Il mare di Reggio Calabria continua a essere malato. Lo certificano i dati dell’Arpacal sulla qualità delle acque di balneazione in Calabria. In questa regione, infatti, è la città dello Stretto a detenere il triste primato delle aree marine classificate come “scarse” dai tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Sui diciotto punti a rischio censiti dall’Arpacal ben dieci sono posizionati lungo la costa della città capoluogo di provincia. Da Gallico a Pellaro, passando sotto lo sguardo vigile di Athena, il colore predominante è il rosso del divieto di balneazione. Un dato ormai storicizzato per ribaltare il quale, sino ad oggi, non pare essere stata trovata la ricetta giusta da parte degli amministratori locali reggini. Nella classifica degli specchi d’acqua che non hanno superato l’esame dell’Arpacal, poi, ci sono anche alcuni tratti delle città di Vibo Valentia, Nicotera, Crotone, Briatico, Paola, Praia a Mare, San Ferdinando e Villa San Giovanni. Per fortuna, comunque, la prossima stagione estiva – a meno che non si registrino problemi contingenti legati alla funzionalità dei tanti depuratori operativi sul territorio regionale – sarà contrassegnata dall’azzurro: il colore che, nelle analisi dell’Arpacal, rappresenta la “classe eccellente” della qualità delle acque destinate alla balneazione.
Giovanni Verduci