Reggio Calabria. Sono stati numerosi ,anche nella giornata di oggi, i messaggi di solidarietà a Tiberio Bentivoglio. Dopo le 23 del 28 febbraio un incendio ha devastato il deposito dell’azienda dell’imprenditore reggino.
Federica Dieni – Deputata M5S: “Tiberio Bentivoglio è uno dei simboli della lotta contro la ‘ndrangheta e per questo la sua battaglia è sinonimo di lotta per la legalità”. “Se lo Stato davvero non vuole perdere lo scontro contro la ‘ndrangheta – continua la parlamentare calabrese – deve tutelare i cittadini che decidono di dire di no ai ricatti e ai soprusi. Non si tratta di conferire ad alcune persone uno status particolare, ma di riconoscere il fatto che stiamo vivendo uno scontro che non è solo per il predominio del territorio, ma che è anzitutto culturale. Dobbiamo dare ai calabresi la certezza che chi si contrappone alla ‘ndrangheta non viene lasciato solo. Dobbiamo dire chiaramente che chi si ribella alla mafia non è condannato ad una vita di persecuzioni e di paura. La solidarietà è d’obbligo di fronte ad atti intimidatori come quelli subiti da Bentivoglio, ma non è sufficiente. Di fronte alla sua storia purtroppo è necessario riconoscere che non sempre le istituzioni hanno dimostrato un reale impegno per consentire che venisse garantita la serenità dell’imprenditore reggino. Troppe zone d’ombra caratterizzano invece certi comportamenti di chi sarebbe stato chiamato a garantire la giustizia. Tutto questo deve cambiare.” “Per questo motivo – conclude la deputata reggina – non posso limitarmi ad esprimere a parole il mio sdegno contro l’ennesimo atto criminale che ha colpito Tiberio Bentivoglio. Ho voluto presentare un’interrogazione al ministro dell’Interno per chiedere cosa intenda fare a tutela dell’imprenditore, affinché gesti come quello che ha colpito il suo negozio non abbiano a ripetersi. La Calabria ed i calabresi meritano di vedere che si può continuare a vivere sicuri anche lontano dalla mafia. Purtroppo, visto ciò che sta accadendo nelle ultime settimane, il messaggio che passa è esattamente l’opposto. E non basta una visita del ministro Alfano per cambiarlo.”
Francesco Cannizzaro – Capogruppo Cdl Consiglio regionale Calabria: L’ennesimo attentato all’imprenditore Tiberio Bentivoglio dimostra, ancora una volta, come non esista lo Stato per chi denuncia, per chi si oppone alla ‘ndrangheta e crede in quella legalità per la quale tutti insieme dovremmo lottare affinchè venga rispettata. Durante la riunione di ieri pomeriggio del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, convocata dal prefetto Claudio Sammartino, è stato ribadito che lo Stato non arretra ma rilancia con maggiore determinazione e forza, è presente ed è vicino alla comunità. Ma al cittadino non sembra così. Lo Stato in che misura e con quali scelte sta sostenendo l’imprenditore reggino Bentivoglio, un uomo che non si è piegato al racket e che hanno pure tentato di ammazzarlo, che doveva, anzi dovrebbe, essere da esempio ad altri commercianti, professionisti, imprenditori, tutti vittime ancora oggi della continua pressione da parte della criminalità organizzata. Ieri sera, la comunità civile si è stretta attorno al commerciante, avviando anche una raccolta fondi. Un’iniziativa di straordinario significato voluta da Noi, dalla gente perbene, da quella comunità locale sana, viva, solidale che vuole lanciare un messaggio positivo di “rinascita” e di ripartenza. Ma mi chiedo: perché bisogna ricorrere a questa raccolta e non debba rispondere quello Stato che non è stato capace di tutelarlo? La ‘ndrangheta si combatte in tutt’altro modo: la si contrasta facendo squadra, avendo sempre la forza dello Stato sul territorio, parlandone ma anche mobilitando una grande antimafia sociale. L’anti ‘ndrangheta non ha colore politico. Le mafie si rafforzano su quel “silenzio complice” che noi tutti dobbiamo eliminare. E per farlo serve una grande antimafia sociale seguita da una buona informazione con messaggi chiari che eliminano gli stereotipi di una criminalità in continua espansione ed evoluzione che necessita urgentemente di sistematicità degli interventi. Sono vicino all’imprenditore Bentivoglio e a tutti coloro che dicono “no alla ‘ndrangheta” e malgrado la tentazione di mollare tutto, dico a Tiberio di non farlo, di non fermarsi perché se lo facesse, vorrebbe dire al mondo che ha vinto, ancora una volta, la ‘ndrangheta. Una sconfitta ed una resa sociale che Reggio e la Calabria dovranno impedire.
Maria Grazia Laganà – Ex deputata della Repubblica, vedova del vicepresidente del consiglio regionale Francesco Fortugno: “Vorrei che i calabresi tornassero a ribellarsi alla ‘ndrangheta come fecero dopo l’assassinio di mio marito. La Calabria ha bisogno di un risveglio delle coscienze, soprattutto tra i giovani”. “Sono molto preoccupata – sostiene l’esponente del Partito democratico – perché quanto sta accadendo da alcuni mesi nella mia regione non può essere considerato ordinario, neppure in una terra da sempre abituata alla presenza pervasiva della criminalità organizzata. Negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli atti intimidatori, le minacce, i danneggiamenti. Spesso sono stati colpiti amministratori pubblici o imprenditori. Si tratta di vicende di natura e di matrice assai diverse l’una dall’altra. Ma questo quotidiano stillicidio è il sintomo di una situazione sociale e dell’ordine pubblico allarmante, su cui è necessario intervenire”. Maria Grazia Laganà Fortugno esprime in particolare “vicinanza a Tiberio Bentivoglio, il testimone di giustizia che dopo aver subito una serie di attentati ed essere miracolosamente scampato a un agguato, ha visto andare in fumo l’intero deposito della sua azienda. A lui rivolgo un pensiero di solidarietà e un invito ad andare avanti nonostante tutto”. Poi prosegue: “I duri colpi inflitti dalla magistratura e dalle forze dell’ordine ai clan hanno causato la reazione delle cosche, che sono in difficoltà e che cercano di ripristinare il controllo del territorio. Per farlo, il loro unico strumento è la forza di intimidazione. Ma se questo è lo scenario, allora è ancora più urgente intervenire per impedire che la Calabria scivoli lentamente verso una sorta di guerriglia alimentata da una rappresaglia contro lo Stato”. Per questo, l’ex parlamentare della Repubblica ritiene “fondamentale cementare un nuovo patto sociale, nel quale le istituzioni democratiche, la Chiesa, l’imprenditoria pulita, il mondo della scuola e dell’associazionismo rinnovino l’impegno a lottare contro i clan. Come ripeteva mio marito Franco, nessuno può chiamarsi fuori da questa battaglia. Nessuno. Dobbiamo attivare una grande iniziativa sociale, di diffusione della cultura della legalità, partendo dalla scuola, dalle parrocchie e dalle altre formazioni sociali che contribuiscono a formare i giovani. Dobbiamo spiegare ai ragazzi da quale parte sta il bene e da quale il male. Ma per raggiungere questo obiettivo – conclude Maria Grazia Laganà Fortugno – lo Stato dovrà svolgere un ruolo attivo, dimostrandosi forte e credibile. Senza una risposta ferma ed efficace a ogni livello, rischiamo solo di aggravare una situazione già insostenibile”.
La Camera di Commercio di Reggio Calabria esprime la propria vicinanza e solidarietà nei confronti dell’imprenditore reggino Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia noto per la sua battaglia ultraventennale contro il racket. Il grave episodio intimidatorio subito dall’imprenditore è espressione della diffusa cultura criminale del nostro territorio, dell’inaccettabile condizionamento mafioso che soffoca la libertà degli operatori economici e, con essa, il riscatto e la crescita complessiva di tutto il sistema sociale e imprenditoriale. Proprio questa consapevolezza ha motivato l’Ente camerale a promuovere la costituzione della “Rete per la legalità”, affinchè alla criminalità e illegalità diffusa si contrapponga una legalità partecipata, ossia un programma comune di azioni per la diffusione della cultura della legalità e la promozione di un mercato libero e trasparente. Le iniziative che le associazioni aderenti alla Rete stanno realizzando proprio in queste settimane coinvolgono fattivamente, oltre gli istituti scolastici, anche imprenditori che, come Bentivoglio, sono protagonisti in prima linea nella lotta alla criminalità.
Comitato regionale dell’AGESCI Calabria: Abbiamo appreso dell’incendio che ha completamente distrutto i magazzini della sanitaria Sant’Elia di proprietà del testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio, situati a Reggio Calabria. Si tratta dell’ennesima intimidazione avvenuta nei confronti di uno dei pochi imprenditori reggini che ha avuto il coraggio di schierarsi contro i racket della ‘ndrangheta di Reggio Calabria e nei confronti del quale ci eravamo attivati, come associazione, nel corso della scorsa giornata del pensiero (22 febbraio 2016) per devolvere, a sostegno della sua attività, il “penny” offerto dagli scout della Calabria. Nel manifestare l’indignazione di tutta l’Associazione Calabrese per questa ulteriore intimidazione che tende a piegare quanti si oppongono alle logiche violente della ‘ndrangheta, intendiamo esprimere la nostra solidarietà nei confronti di Tiberio Bentivoglio e della sua famiglia e sollecitiamo tutti i gruppi della Calabria a manifestare concretamente questa solidarietà attraverso l’invio delle somme raccolte durante la giornata del pensiero al fine di consentire la sopravvivenza di questa esperienza imprenditoriale. Ci sentiamo sempre più responsabilmente impegnati a percorrere le vie dell’educazione per promuovere coscienza civile e indicare orizzonti di legalità alle giovani generazioni che hanno scelto lo scautismo come luogo per crescere nella libertà e nella verità. Crediamo che solo attraverso la solidarietà concreta e fattiva si può testimoniare la volontà di non darla vinta alla criminalità organizzata nella nostra Regione e dare un segno di speranza per un futuro diverso, specie per i giovani, anche di quelli che vivono l’esperienza scout nei nostri gruppi, che resistono e che hanno bisogno di non sentirsi soli.