Reggio Calabria. Andiamoci piano e mettiamo le cose a posto. Dalle parole dell’on. Bocchino traspare una valutazione ingiusta e scorretta: quella secondo cui anche il Partito Democratico sarebbe stato di ostacolo alla realizzazione dell’area metropolitana dello Stretto. Ci vediamo costretti, allora, a mettere i cosiddetti puntini sulle “i”. Occorre innanzi tutto ricordare che al Senato della Repubblica, dove il testo della riforma federalista era già stato approvato lo scorso 20 gennaio, di Reggio Calabria area metropolitana non c’era nemmeno la traccia. Eppure, a palazzo Madama il capogruppo del Pdl è l’On.le Gasparri, un collega di partito di Bocchino ed un amico personale del sindaco Scopelliti.
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Tuttavia, le norme del Ddl sul federalismo approvate al Senato ricomprendevano ancora soltanto le solite nove aree metropolitane e Reggio non c’era affatto.
Come sia stata avviata l’iniziativa è noto a tutti. All’indomani delle primarie del 25 gennaio, fu il partito Democratico, grazie ad un’intuizione del presidente Bova, a predisporre un emendamento in tal senso ed a presentarlo alla stampa locale il 29 gennaio. Lo sottoscrisse per primo l’on. Laganà Fortugno. Abbiamo scelto così di percorrere la strada del dialogo e di lanciare alle altre forze politiche una “sfida comune” che fu subito raccolta. Quell’emendamento fu infatti firmato da parlamentari di tutti gli schieramenti, da Oliverio a Versace. Fino ad allora, quello era il solo emendamento in campo.
Inizia così la partita in commissione bilancio alla Camera. Gli emendamenti si moltiplicano. Oltre a quello Laganà, c’è ora quello Bocchino, sostanzialmente identico, ed altri, tra cui quello dell’On.le Misiti che apre subito all’area dello Stretto. L’emendamento Laganà e quello Bocchino, riuniti insieme, vengono approvati ed entrano a far parte del testo. Quello Misiti, per problemi di compatibilità costituzionale, viene respinto. Nei giorni che separano il lavoro in commissione da quello in Aula, sull’area metropolitana di Reggio Calabria si addensano nubi minacciosi. Dalle colonne di uno dei principali quotidiani nazionali, un noto editorialista spara a zero contro Reggio “metropoli”: una città di 180.000 abitanti, scrive, si è montata la testa. Il progetto è chiaro, quello di indebolire il fronte compatto dei partiti politici su questo tema alla vigilia della discussione alla Camera. Ed infatti, in Aula vengono presentati alcuni emendamenti abrogativi di Reggio area metropolitana. L’imboscata è ormai tesa. Ma, al fine di scongiurarla, si presta perfettamente l’emendamento Misiti, ripresentato in aula e, tra l’altro, collocato nell’ordine dei lavori subito prima di quelli di segno abrogativo. È un’occasione propizia per partire dal testo di quell’emendamento, che parla apertamente di area dello Stretto, per spiegare all’Aula di cosa si stia effettivamente trattando. Di fare questo si incarica l’On.le Minniti, che sottoscrive al volo l’emendamento Misiti e ne spiega il senso: sebbene quell’emendamento, già bocciato in commissione, presenti evidenti limiti costituzionali, il Pd intende farlo proprio per chiarire che il progetto a lungo termine è l’area metropolitana dello Stretto. Ma per arrivare a ciò, è necessario subito un primo passaggio: quello dell’area metropolitana di Reggio Calabria, gemella di quella di Messina.
Il Pd vota l’emendamento e così viene ampiamente raggiunto il risultato di discutere in modo aperto del grande progetto che si cela dietro il primo riconoscimento di Reggio area metropolitana. Nessuno può dire più che si tratta di una rivendicazione campanilistica. Nessuno può domandarsi perché Reggio sì ed altre città, come Verona, Vicenza o Padova invece no.
Vengono allora ridimensionati alla radice gli emendamenti soppressivi e proprio prima di essere discussi! Un successo tattico che si rivela decisivo. Infatti, i due emendamenti soppressivi vengono sonoramente bocciati, anche grazie ai voti del Pd. L’emendamento Misiti viene trasformato in ordine del giorno come sollecitazione al governo. Gioco, partita, incontro.
Alla fine, l’On.le Bocchino ha buon gioco ad intervenire per ribadire le ragioni di un’idea che è risultata vincente. Questo è, in tutta verità, quanto accaduto in uno storico martedi 24 marzo 2009 alla Camera dei Deputati. E per festeggiare tutto questo come si deve, abbiamo convocato per il prossimo 30 marzo, nell’aula Green di Palazzo Campanella, alle ore 17.00, una grande assemblea aperta a tutti i cittadini che vogliono assieme a noi sottolineare un grande vittoria, che è innanzi tutto nostra ma che lo è al contempo di tutta la città.
Il Segretario Provinciale
Partito Democratico
Avv. Giuseppe Strangio