Reggio Calabria. A chi tocca proteggere il piccolo bambino bulgaro ferito nell’agguato a Seminara? Pongo la domanda pubblicamente al Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, sempre molto attento e sensibile sul tema.
Sull’agguato stanno alacremente investigando i Carabinieri del Comando provinciale diretto dal colonnello Giuseppe Battaglia. Il Questore Raffaele Grassi e il prefetto Michele Di Bari subito dopo l’agguato si sono attivati immediatamente per predisporre la vigilanza a tutela del piccolo e della sua famiglia. Le forze dell’ordine stanno facendo egregiamente la loro parte. E i media e le altre istituzioni?
Altrettanto immediate sono arrivate le esternazioni del Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Reggio Calabria, Giovanna Campolo, che ha rivelato pubblicamente il vero nome di battesimo del bambino invocando “PROTEZIONE E ASSISTENZA PER IL PICCOLO *OMISSIS* E LA SUA FAMIGLIA”. Sarebbe bastato chiamarlo “Igor, nome di fantasia”, ed invece è stato dato in pasto alla stampa il nome vero del piccolo, che in quanto minorenne e vittima di un fatto di cronaca, va tutelato con l’anonimato. Non si può utilizzare il vero nome di battesimo, seppure senza il cognome.
Nello stesso errore è stato fatto incappare il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che si è recato a far visita al piccolo nel grande ospedale metropolitano, e ha diffuso una nota contenente lo stesso nome. La stampa più accorta, avrebbe dovuto comunque omettere di pubblicare il nome del bambino.
Confido che il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale possa fugarci ogni dubbio: forse qualcuno è stato tratto in errore dal fatto che proprio lo stesso Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Reggio Calabria abbia utilizzato il vero nome del bambino?
Fabio Papalia