Brancaleone (Reggio Calabria). Furto con scasso, l’altra notte, al Bar “Roma” di Brancaleone. Ignoti, durante la notte, infatti, si sono introdotti all’interno del locale, presumibilmente, da una finestra posta sul retro del bar, asportando il denaro contenuto in alcune slot machine. Da una prima ricognizione fatta dalla titolare del locale, A.P., pare che il bottino si aggiri intorno ai 3500-4000 euro. I ladri, per impossessarsi dei soldi, hanno forzato, verosimilmente con un cacciavite o altro oggetto da scasso, l’alloggiamento dove i soldi vengono custoditi una volta che il giocatore ha introdotto nella macchinetta mangiasoldi la relativa posta della giocata. Del furto sono stati avvisati i Carabinieri della locale Stazione, diretta dal maresciallo Antonio Caminiti, i quali, dopo il sopralluogo, stanno valutando le varie dinamiche per capire come i ladri abbiano fatto per entrare all’interno del locale. La più attendibile è quella che i ladri, dopo aver segato le grate in ferro, siano riusciti ad introdursi nel bar attraverso una finestra molto piccola che un uomo di corporatura normale non riuscirebbe ad attraversare data l’esiguità dello spazio a disposizione. L’impresa riuscirebbe solo ad un bambino. C’è un altro particolare al vaglio delle forze dell’ordine: il locale è munito di telecamere a circuito chiuso le quali, sicuramente, saranno determinanti per scoprire gli autori materiali del furto. E’ un mistero al quale i militari dell’Arma, con ogni probabilità, daranno una risposta. Il Bar “Roma” è un locale situato sul centralissimo Corso Umberto I ed è il più antico di Brancaleone, nascendo subito dopo la Prima Guerra mondiale. Era il locale preferito dallo scrittore e poeta piemontese Cesare Pavese, confinato a Brancaleone per motivi politici negli anni 1935/1936, Qui il poeta delle Langhe trascorreva gran parte del suo tempo libero ( e di tempo ne aveva tanto, data la sua condizione di “carcerato psicologico”) in compagnia dei suoi libri e dei suoi appunti dove solitamente annotava la vita quotidiana del paese. Era un attento osservatore degli usi e dei costumi della gente di Calabria. Esiste, ancora, in un angolo del bar il vecchio tavolino in legno con la base in marmo dove lo scrittore, dopo avervi appoggiato la sua fedele pipa sorseggiava un caffè. “Era un gran bevitore di caffè” dicono i piu’ anziani del posto che hanno avuto modo di conoscerlo. Durante l’estate il bar “Roma” è meta di visitatori appassionati di conoscere i luoghi pavesiani. A Brancaleone, Pavese, ha concepito la stesura del romanzo “Il Carcere” pubblicato successivamente nella collana “Prima che il gallo canti” e altre pagine stupende di letteratura che sono state le pietre miliari della sua vita terrena, una vita complessa e controversa che si è spenta tragicamente, manco a farlo apposta, in una stanza dell’Albergo “Roma” di Torino il 27 agosto 1950.
Agostino Belcastro