Palizzi (Reggio Calabria). Nel caldo silenzio di una notte di mezza estate sulla spiaggia di Palizzi, centinaia di persone, emozionate e curiose, si avvicendano con fare entusiastico intorno ad una recinzione aspettando trepidanti la nascita delle tartarughine.
Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad un nido di tartaruga della specie Caretta caretta. E’ probabilmente la specie più comune e più popolosa del Mare Mediterraneo ma ha la peculiarità di essere l’unica a riprodursi abitualmente lungo le coste italiane. Fino al secolo scorso il rinvenimento di nidi era ritenuto un accadimento sporadico ed occasionale, probabilmente anche a causa della mancanza di adeguate campagne di ricerca e raccolta dati organizzate ad hoc. Negli ultimi decenni, invece, la crescente attenzione per l’ambiente ha dimostrato inconfutabilmente che queste tartarughe nidificano in modo abituale lungo tutto il litorale ionico: solo quest’anno sono stati mappati 32 nidi e sono state già registrate 7 schiuse.
E’ verosimile ritenere che la tartaruga che ha costruito questo nido – e deposto le 77 uova – sia nata lungo questa fascia di litorale almeno 30 anni fa. Dalla fine di maggio le spiagge vengono attentamente monitorate per trovare le tracce della deposizione. I volontari, biologi o naturalisti – in compagnia di tesisti e tirocinanti – dell’Associazione Caretta Calabria Conservation partono all’alba e scrutano l’arenile della zona di competenza. Una volta trovate le tracce della deposizione provvedono ad effettuare i controlli e le valutazioni del caso, ad esempio per il nido di Palizzi – che era stato costruito troppo a ridosso della battigia – hanno provveduto a traslocare le uova per proteggerle ricreando artificialmente la camera di deposizione. Appare chiaro, specie in questo caso, che uno degli elementi fondamentali per la salvaguardia e tutela dei nidi – accanto alla competenza e preparazione scientifica – è la conoscenza del territorio.
L’attività di monitoraggio, raccolta dati ed eventuale manipolazione può essere effettuata solo da personale specializzato e debitamente autorizzato. «In Calabria siamo l’unica associazione autorizzata in deroga ai divieti previsti ex DPR n. 357 del 1997» precisa Carmela Mancuso, vice presidente della sezione Caretta Calabria Conservation. Questa sezione si occupa di monitorare il tratto di spiaggia ricompresa tra Melito Porto Salvo e Bianco. Ci sono ben 4 nuclei operativi dislocati in Calabria, possono sembrare pochi, ma la crescente attenzione delle amministrazioni e della popolazione, consente un elevato grado di controllo del territorio, «così – continua Mancuso – può capitare che ci contattino addirittura quando mamma tartaruga è ancora sulla spiaggia».
«La stessa tartaruga – spiega Salvatore Urso, socio fondatore dell’Associazione – durante la stessa stagione può deporre diverse volte; grazie, infatti, alle tartarughe dotate di trasmettitore, sappiamo che dopo la deposizione la tartaruga torna in mare, più o meno per 15 giorni, nuota nelle acque antistanti la Sicilia e poi si dirige nuovamente sulla spiaggia per deporre»; ci sono riscontri di tartarughe precise, che tornano esattamente sulla stessa spiaggia, ma anche di tartarughe pasticcione che si sbagliano anche di un paio di chilometri.
«Una volta terminata la deposizione, inizia l’attesa che può variare dai 45 ai 60 giorni. Il sesso dei nascituri è determinato dalla temperatura: su questa spiaggia – continua Salvatore Urso – la temperatura oscilla tra i 29-30° verosimilmente nasceranno tante femminucce. Per quanto riguarda le nascite c’è un riscontro del 70% di uova arrivate a maturazione e tartarughine sopravvissute, è un dato certo perché i resti della deposizione vengono raccolti, catalogati e spediti – con tutti i dati relativi a quel nido specifico – all’Università della Tuscia per la ricerca genetica di tipizzazione della popolazione calabrese della Caretta caretta».
Lungo il litorale si possono trovare i nidi pubblici e nidi naturali, i primi sono quelli che sono stati costruiti in zone molto battute, quindi vengono recintati e controllati costantemente. I nidi naturali sono invece quei nidi che sono stati costruiti su spiagge non accessibili, una volta trovati, vengono mappati, dotati di dispositivi antipredazione e controllati. Questo perché si cerca, quanto più possibile – seppur continuando a proteggerli – lasciare che la natura faccia il suo corso minimizzando l’interazione umana.
Le attività di tutela e protezione delle tartarughe, però, passano attraverso diverse condizioni che non si limitano al controllo dei nidi ed all’accompagnamento dei neonati al mare. E’ fondamentale, infatti, che le popolazioni adottino la tartaruga come un brand, una sorta di prodotto esclusivo e tipico da valorizzare fin dal momento della deposizione ed è in questo senso che le amministrazioni dei comuni coinvolti si stanno muovendo: promuovendo tutte le attività collegate alle campagne di salvaguardia; ma è di vitale importanza, e non solo per proteggere le tartarughe, che le attività di pesca, ad esempio, vengano effettuate in modo da corretto tutelando così, non solo le tartarughe ma tutte le specie marine indistintamente; un altro aspetto importante riguarda soprattutto gli arenili che devono assolutamente essere gestiti in modalità compatibile rispetto alle esigenze dell’ambiente, il che significa che la pulitura delle spiagge – ad esempio – non può avvenire utilizzando i mezzi meccanici.
La nidificazione delle tartarughe è una risorsa che deve essere valorizzata e che in alcun modo può contrastare le esigenze degli operatori turistici che, al contrario, possono solo trarre beneficio sia dal movimento di curiosi che si crea intorno ai nidi per tutto il periodo dell’incubazione e – soprattutto – durante le lunghe nottate di attesa per la nascita delle tartarughe.
La strada da percorrere in termini di sensibilizzazione è ancora lunga ma le risposte positive si raccolgono nell’entusiasmo dei tanti bambini che ieri sera hanno obbligato i genitori a rimanere in spiaggia fino a notte inoltrata per aspettare l’ultima tartarughina che è nata appena un attimo prima del sorgere del sole: buona vita piccolina… ti aspettiamo a Palizzi tra 30 anni.
Monica Bolignano
le foto per gentile concessione dell’Associazione Caretta Calabria Conservation