Che fare un bel sabato di metà luglio a Reggio, con l’Università chiusa, senza la possibilità di accedere a biblioteche, dipartimenti e laboratori, e con i colleghi fuorisede che sono rientrati a casa?
Innanzitutto rispettare alcuni piacevoli obblighi sociali, incontrare alcuni amici di quelli buoni, visitare la loro nuova casa, e poi?
Scrivere qualche altra riflessione sulle cose che vanno e su quelle che non vanno? No, oggi meglio di no, perché quando te le pubblicano (e di questo non mi sono mai potuto lamentare, anzi), poi la censura mediterranea, anche quando parli delle cose buone, non te le inserisce in rassegna stampa, e magari ti innervosisci pure.
Ce ne potremmo andare al supermercato visto che in settimana il frigo si è quasi svuotato, o ce ne andiamo al mare? Meglio il mare subito, scegliendo con cura la spiaggia, e la spesa facciamola di sera. O di domenica al supermarket.
Passiamo all’edicola per qualcosa da leggere sotto l’ombrellone, ed optiamo per un quotidiano del posto, uno solo, il più antico e benpensante, visto che c’è la crisi ed un paio di euro è meglio risparmiarseli, e soprattutto perché se ti vedono con gli altri quotidiani locali sotto il braccio, chissà che ti dicono: ma più che dell’anarco-insurrezionalista che cosa possono darti?
Mi godo il mare, anche se il tempo sembra si stia guastando, nuotata e spuntino, poi all’ombra, con calma, mi godo la Gazzetta ed arrivo a quasi un’intera pagina che con il bel pezzo su sette colonne dedicato all’Università apre la cronaca reggina, un pezzo proprio da sotto l’ombrellone: tutto va bene, anzi meglio di noi non ce n’è.
Da giorni girano alcune classifiche che ci trattano bene, altre un po’ meno bene, ed altre ancora meno bene, per non dire un po’ male. Che vogliamo farci? Consoliamoci con quelle che non ci arrecano dispiacere, ed ignoriamo le altre, come facciamo da qualche anno. E via, ricordiamoci che “La vida es sueño” (“La vita è sogno”, tre atti in versi del 1635) di Pedro Calderón de la Barca (Madrid 1600-81), un po’ commedia ed un po’ dramma filosofico-teologico, anche se alla semplicità della fiaba ho sempre preferito la complessità della costruzione simbolica, e quindi c’è poco da sognare.
Leggiamole pure queste classifiche ma, sapendo che un anno ci fanno sognare e due anni ci fanno piangere, è quindi meglio non lasciarsi andare alle facili lusinghe e lavorare sodo, su obiettivi condivisi, e diciamo le cose come stanno, esponendo i risultati veri, senza nessun paravento.
“Resistere”, come dicono i nostri vertici spalleggiandosi vicendevolmente, è un bel verbo che ci fa pensare al 25 Aprile ed a “Mani Pulite”: ma resistere a cosa? E con quale mezzo? Possono bastare censura + propaganda? Non ce lo dicono. In attesa che ce lo raccontino, via a consolarsi sbandierando sul giornale tutto quel bendiddio di risorse, vere partite di giro che la Regione, sempre grata per l’appoggio esplicito sulla loro vertenza sanità generosamente ci promette, assieme ai prestigiosi incarichi ed alle congrue prebende che stanno per arrivare. Si, perché da Catanzaro deve essere piaciuta anche la tiepida attenzione del vertice mediterraneo che rischia di diventare, come per la sanità, da momentaneamente sotterraneo a più esplicito sostegno alla “loro” politica sulle “aree urbane”, che non sono la “nostra” città metropolitana – come al di là delle rituali belle parole accademiche, chissapperché mai (gattacicova) tanto calorose quanto oggi -, bene lo sanno i vertici del Comune e del Consiglio Regionale e chi, sul versante accademico, di città se ne occupa davvero e non solo quando fa comodo.
Ma a chi dovrebbero andare queste partite di giro regionali se non (anche) alla “Mediterranea”? Forse a Malta, che un po’ mediterranea è anche lei?
E via a consolarsi con quell’orrendo rudere di casa dello studente che da anni ed anni deturpa a Feo l’ingresso alla cittadella universitaria (così Gazzetta descrive l’ecomostro che doveva essere casa dello studente, mentre altri parlano di casette in mezzo al fiume e sotto un ponte e che non si sa con certezza se mai resisteranno ad ogni prevedibile calamità naturale). Come afferma orgogliosa a soddisfatta la nostra Massima Carica Accademica, “Adesso il rudere è tutto nostro”! Senza curarsi minimamente di rassicurare tutti coloro che avendo a cuore l’incolumità dei nostri ragazzi insistono nel voler sapere se, quell’orrendo rudere troppo a lungo abbandonato, si riuscirà una volta ultimato a non farlo miseramente e rovinosamente crollare.
Ma lo scoop dell’articolone dov’è? Eccolo, finalmente, ed ecco le magnifiche parole: “A settembre, dopo i festeggiamenti per la Madonna della Consolazione, esploderà la BaaM”! Si, è riportato bene, ESPLODERÀ: Madonna, proteggici tu, che nessuno sotto l’esplosione si faccia del male …
La BaaM? Ma non è quella cosa di cui si sa poco e niente? Se non quanto la nostra Massima Carica Accademica mesi fa ci ha eccezionalmente raccontato in Aula Magna (per la verità andandosene immediatamente dopo l’informativa senza neanche farci fare domande): non costerà un soldo all’Ateneo (a meno che non si siano fatte le dovute economie con la politica delle rottamazioni), durerà quindici giorni, avrebbe dovuto costare 3 milioni e mezzo di euro fra mostre e conferenze e pubblicazioni ed ospiti, ci si sarebbe dovuti accontentare di “soli” 2 milioni e mezzo di euro, tanto per cominciare alla prima uscita, e non si sa bene regalati da chi.
Poi il lungo silenzio, il fitto mistero, almeno verso i Corsi di Laurea, inspiegabilmente visto che è nei Corsi di Laurea che si insegna ai nostri giovani mediterranei a progettare mediterraneo.
Se questa minacciata esplosione della BaaM ci sarà davvero a settembre, bisognerà pure sapere in quale giorno, e perché no?, in quale anno. Visto che Gazzetta non ce lo dice.
E chi, con l’esplosione che incombe, può resistere oltre sotto l’ombrellone? Di corsa a casa, sicuramente da Internet sapremo qualcosa. Inguaribilmente ottimisti con fiducia digitiamo “BaaM” su Google, inviamo e cosa troviamo? Di tutto, cose curiose ed anche esilaranti, ma sulla “BaaM Mediterranea”? Praticamente nulla, come potranno rendersi conto i pazienti lettori. Nell’ordine: 1) BAAM: Behavior Analysis Association of Michigan; poi 2) BAAM: Biodiversity Assessment and Management Pty Ltd; 3) Baam: Artista della Sonorika.com, con tanto di Discografia, Testi, Spartiti, Biografia, Foto, Eventi, Video, Notizie; 4) un “bullet baam”, cioè un cosiddetto “video divertente” su motocross ed altro (http://it.video.yahoo.com/watch/1768336/5866929); 5) un blog bostoniano decisamente anarchico, il BAAM Boston, contro ogni autoritarismo (“Boston Anti-Authoritarian Movement BAAM”,); 6) BaAM: An entertainment and design industry resource providing design development and project management expertise to project teams; 7) la spiegazione di BAAM: un acronimo internazionale con una serie di significati diversi (“British Association of Anger Management”, “Behavior Analysis Association of Michigan”, “Beck Airway Airflow Monitor”, “Basic Administration & Management”, “Bachelor of Arts: Applied Music”); 8) BAAM: British-American Asset Managers Ltd, una Kenyan company attiva nel campo delle consulenze internazionali; 9) un vecchio (9 gennaio 2008) e troppo generico Comunicato stampa che fra tante buone intenzioni da notizia dell’intesa fra Rettore della Università Mediterranea e Sindaco di Reggio Calabria per la costituzione della BaaM Biennale dell’Architettura e delle Arti del Mediterraneo a partire dal 2009 (niente di più); 10) BAAM: British Association of Anger Management for help angry people; 11) baam: presumibilmente il “nickname” di un Utente della Comunità “Forum P2PSIN Italia”; 12) B.A.A.M.: Atletico Cassano, associato alla F.I.T.E. (Federazione Italiana Tattiche Estreme), dal significativo Motto “Tutti avanti o tutti indietro, l’importante è tutti insieme”; 13) BAAM! Studios: gruppo tedesco specializzato in giochi di simulazione; 14) “Baam Gibts Wie An Vugelbärbaam” è una canzone “Traditional” di Kan Schineren; 15) baam baam è un divertente Video: “Henry14 baam baam” (http://www.oleole.it/video/arsenal/henry14baambaam/mv85s.asp); 16) YO BAAM! è un “New Tracks Up”;17) “The BAAM Newsletter” è il n. 23 della Newsletter mensile della “Boston Anti-Authoritarian Movement BAAM”, la già citata organizzazione anarchica dal perentorio slogan “It is time to finish the American revolution”; 18) Baam è anche il nome comune in hindi ed in arabo di tre pesci (il “Mastacembelus armatus”, in India; il “Terapon jarbua”, in Oman, ed il “Terapon theraps”, di nuovo in Oman); 19) il sito “archphoto”, a cura di Luca Mori, Emanuele Piccardo, Luisa Siotto, cita brevemente l’ipotesi di una BaaM a Reggio Calabria (un po’ poco per un evento che dovrebbe essere in dirittura d’arrivo); 20) gli individui del “Popolo di Baam” (Baamu Boshi Jin – ?????) nei 44 episodi di “Tosho Daimos” (Il Generale Daimos -??????, 1978) della Sunrise, TV Asahi, Toei Animation, Toei Agency, sono una razza migrante di umanoidi alati. Il pianeta natale dei Baam è stato reso inabitabile da una catastrofe stellare e da allora sono in cerca di uno nuovo pianeta dove stanziarsi e da chiamare casa. Gli alieni allora hanno costruito il Piccolo Baam, un satellite artificiale che ospita la popolazione civile in stato di ibernazione, nell’attesa che i militari trovino un pianeta abitabile. Durante le loro ricerche si imbattono nel Sistema solare e scoprono la Terra, ritenuta adatta al loro scopo. Dopo che le negoziazioni per una pacifica coesistenza falliscono, i Baam hanno ripetutamente cercato di invadere il pianeta. Nel frattempo i baamesi sono stanziati sul Piccolo Baam, collocato nell’orbita di Giove; 21) non può mancare l’annuncio “BAAM #23 Released!”, cioè il n.23 della Newsletter anarchica della”The Boston Anti-Authoritarian Movement’s”; 22) SMO and BAAM: Articles, tips and tricks related to Social Media Optimization (SMO) and Blog Advertising And Marketing (BAAM); 23) il ritorno (in versione ridotta) di una BaAM gia incontrata: An entertainment and design industry resource providing design development and project management expertise to project teams; 24) l’ArchiExpo ci presenta la produzione www.valentinaceramicas.com, ed in particolare la Piastrella in ceramica opaca da rivestimento per bagno VALENTINA CERAMICA BAAM NEGRO MATE 11X32; saltiamo ora alla 27ma posizione ed arriviamo alla Home Page della Biblical Archeology and Anthropology Museum (BAAM); poi in 28ma posizione troviamo il Faretto Baam, Design degli A+S Partners; in 63ma posizione c’è il Video rap BKC – Boom B B Baam Bamm (Andi Asche, Max Volume, Solow, Kyan Kies, Wi!dow, su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=XaXWYzVFsL8).
Fermiamoci pure alla 64ma citazione da Google (di nuovo le piastrelle Bathroom matt ceramic wall tile VALENTINA CERAMICA BAAM NEGRO MATE 11X32), anche se di “BaaM” nella “vertigine” della rete ne potremmo trovare addirittura circa 10.400.000 (incredibile, ben diecimilioniquattrocentomila) … ormai certi di non trovare nulla della sempre più misteriosa BaaM reggina, neanche un’informazione utile, di quelle cioè che occorrono a chi dovrebbe decidersi di punto in bianco a venire da tutto il mondo a trovarci: Tema, calendari, programmi, Presidenza, Comitato d’Onore, Comitato Scientifico, Consiglio di Amministrazione, Direttore artistico, Curatori, quando (cioè da/a), dove, sale espositive, orari, mezzi di trasporto, mobilità urbana, alberghi, ristoranti, biglietterie, prezzi, sconti, pacchetti …
Ostinati come siamo, non ci arrendiamo neanche di fronte a Google ed entriamo baldanzosi nel più che completo (anche se di recente un po’ ammaccato da interventi censori alquanto miopi) e mitico sito mediterraneo http://www.unirc.it. Nulla, nelle sempre fornite news, nulla negli eventi, nulla di nulla nel calendarietto settembrino del sito che è sconsolatamente “bianco”: possibile nessun evento, neanche la BaaM?
Usiamo, tenacemente, anche la funzione “cerca” e digitando “BaaM” cosa troviamo? Di significativo e recente nient’altro che, il 9 gennaio 2008, “un appassionato intervento, del MR, dove l’architettura si è sposata alla poesia per spiegare quello che la BaaM potrà significare per il futuro dell’intera città”.
Ed allora, che cosa dovrebbe succedere questo settembre, davvero esploderà la BaaM? O no?
Si vede che far partire una biennale è davvero una cosa impegnativa, e nel frattempo affidiamo con fiducia e leggerezza la risposta al Lucio Dalla di “Telefonami tra vent’anni” (1981, http://www.youtube.com/watch?v=DnmIsWCrgrw&hl=it): “Telefonami tra vent’anni / io adesso non so cosa dirti / amore non so risponderti / e non ho voglia di capirti”.
Se invece, da pessimisti quali non siamo, non vogliamo addirittura affidarci al Ron di “Vorrei incontrarti fra cent’anni” (1996, http://www.youtube.com/watch?v=MfpmtGCw3Bk): “Vorrei incontrarti fra cent’anni / Combatterò dalla tua parte / Perché tale è il mio amore / Che per il tuo bene / Sopporterei ogni male”.
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