“Ordinamento sportivo e Legislazione sportiva nazionale”: questo è il tema del corso di formazione che il prof. Michele Barbone, componente della Giunta Nazionale del Coni, presidente della Scuola regionale dello sport della Puglia e docente alla Scuola nazionale della sport, ha tenuto al circolo “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria. L’incontro, promosso dal presidente del Comitato regionale calabro del Coni, Mimmo Praticò, era rivolto alla classe dirigente del Coni Calabria e rientra in un programma di approfondimento degli argomenti del “Corso di formazione per l’Area Manageriale”, tenutosi a Roma, alla Scuola nazionale dello sport, dal 13 al 15 giugno scorsi. Il corso romano, che si concluderà a settembre, sta preparando i futuri docenti della Scuola regionale dello sport della Calabria. La Scuola nazionale dello sport è una struttura del Coni-Servizi che si occupa di formazione, aggiornamento e specializzazione, ed è rivolta alle figure professionali (tecnici e dirigenti) delle federazioni e delle discipline sportive associate e delle Scuole regionali dello sport. Tra i 50 partecipanti anche componenti della Giunta del Comitato regionale del Coni, del Direttivo della Scuola regionale dello Sport in Calabria e presidenti di federazioni e discipline sportive. “Abbiamo avvertito l’esigenza – ha dichiarato Praticò – di offrire ai nostri futuri docenti, una preparazione superiore in materia sportiva. La Calabria, terra che ama lo sport, deve poter usufruire delle migliori e più innovative ricerche in materia. Verranno prossimamente approfonditi anche gli aspetti fiscali e tributari e quelli legati alla comunicazione”. Dopo l’introduzione di Praticò, breve saluto del dirigente dell’Assessorato allo sport del Comune reggino, Fabrizio Veneziano, che ha sottolineato l’impegno con il quale l’amministrazione comunale reggina sta cercando di sciogliere alcuni ‘nodi’ burocratici che ancora impediscono alla Scuola regionale dello sport di poter usufruire dei locali di Gallina, assegnatigli dal Comune. “Sono stati stanziati 5 milioni di euro – ha annunciato Veneziano – per gli impianti sportivi multifunzionali, che verranno realizzati nell’area circostante la Scuola”. Saluto ai corsisti anche dallo sportivissimo primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti dichiaratosi ‘aperto’ ad ogni futuro dialogo teso a promuovere, con qualità, l’attività sportiva in Calabria. Il corso del prof. Barbone ha previsto lo studio e l’analisi dei rapporti prodotti dal Censis sull’attività sportiva in Italia. Si scopre che solo il 30,2% degli italiani fa nella vita attività sportiva in modo continuativo e dal 1995 al 2006, in ogni fascia di età, si è riscontrata una crescita del numero dei praticanti, tranne che in quella compresa tra i 20 e i 30 anni, che include il maggior numero di atleti professionisti. Lo sport più praticato in Italia, dopo il calcio (che ha subito un calo negli ultimi cinque anni) è la ginnastica (che include aerobica e fitness), poi, in ordine, troviamo gli sport acquatici, quelli invernali, il ciclismo (che presenta una buona percentuale di donne), l’atletica leggera, il tennis, la danza sportiva, la pallavolo, le arti marziali e il basket. Determinante, nell’avvicinamento della popolazione ad uno sport piuttosto che ad un altro, è la presenza di un campionissimo di casa nostra. I mondiali vinti o i grandi atleti come Alberto Tomba, Adriano Panatta, Valentino Rossi, Marco Pantani, hanno contribuito ad avvicinare, in un modo o nell’altro, tanta gente alle varie discipline sportive. Quasi settantamila tra associazioni e società, in Italia, si occupano di sport, ma il dato non ci dice nulla se non lo confrontiamo con l’intera Europa che ne conta appena venticinquemila. Nel nostro paese, per avere più chiara la dimensione dei dati, è presente una realtà sportiva ogni 631 abitanti, un tabacchino ogni 808 abitanti ed un bar ogni 942 abitanti. I motivi emersi dai dati Censis, relativi agli italiani che non praticano sport nella loro vita, sono di natura soggettiva o oggettiva. Nel primo caso i sedentari sono dovuti al poco tempo da dedicare allo sport o legati alla disponibilità economica. I motivi oggettivi sono prevalentemente dovuti alle carenze quantitative e qualitative dell’impiantistica sportiva. Differenze di natura geografica, evidenziano la netta differenza di praticanti tra Nord (30%) e Sud (14%). Da Roma in su esistono 354 impianti sportivi per ogni centomila abitanti contro i 150 nel Mezzogiorno. La Calabria risulta al quintultimo posto in quanto a dotazione di impiantistica… Al lavoro, dunque, i futuri docenti della Scuola regionale dello sport della Calabria, che saranno impegnati, nel prossimo futuro, nel cercare di risollevare le sorti sportive di una regione animata da tanta voglia di fare e ricchissima di numerosi spazi inutilizzati che potrebbero ospitare nuove e funzionali strutture.
Francesco Parisi